sabato 23 agosto 2014

Domenica, 24 agosto 2014 - XXI del Tempo Ordinario (A)



PIETRO LA ROCCIA
L'episodio che racconta il Vangelo di oggi comincia con una domanda di Gesù agli apostoli: "Chi sono io, secondo la gente?" Il Battista, rispondono, o uno degli antichi profeti. "Ma voi, chi dite che io sia?" chiede poi, e stavolta risponde Simone, con parole di una profondità inattesa da un povero pescatore: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Risposta perfetta, osserva Gesù: tanto acuta da trascendere "la carne e il sangue", cioè le umane capacità. Perciò gli dice: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli". Continua poi con parole che spiegano perché il Padre ha fatto capire tal cosa a quell'uomo semplice: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa". Occorre qui, dopo "la carne e il sangue", qualche altro chiarimento dell'immaginifico linguaggio biblico: le potenze degli inferi sono le forze avverse; cambiare il nome a una persona significa cambiargli la vita, affidandogli una missione; Pietro è la forma in cui si è resa in italiano la parola ebraica Kefa', che significa roccia, pietra inamovibile. Circa quest'ultima, torna alla mente l'esempio con cui Gesù ha concluso il cosiddetto discorso della montagna, quando ha confrontato una casa costruita sulla sabbia, destinata a crollare sotto l'imperversare di alluvioni e tempeste, con una casa costruita sulla roccia, che niente e nessuno può far cadere. Gesù edifica dunque la sua casa, la Chiesa, appunto sulla roccia che è Pietro. Ma come può essere tanto affidabile un semplice uomo, anzi un uomo come quello, privo di cultura e di potere, capace di slanci istintivi ma anche di gravi cedimenti? Come può essere una roccia destinata a sfidare i secoli e le tempeste, chi nel momento del pericolo per tre volte avrebbe negato persino di conoscere il Maestro? Eppure, davvero duemila anni stanno a dimostrare che quella casa ha superato bufere d'ogni genere ed è tuttora in piedi, anzi più salda che mai. Non certo per le capacità di Pietro e neppure dei suoi successori: il fatto che Gesù abbia costruito la sua Chiesa proprio sull'umana fragilità, sta a dimostrare che la vera roccia in cui la Chiesa affonda le fondamenta è Chi l'ha voluta. L'ha voluta, e continua a sostenerla, come implicano le successive parole di quel memorabile discorso. Disse ancora Gesù a Pietro: "A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Non sarebbe neppure pensabile che Dio approvi in anticipo le decisioni (si parla di quelle importanti, vincolanti per le coscienze; quelle in grado di decidere l'ingresso o l'esclusione dei fedeli dalla vita eterna) di Pietro e dei suoi successori, se non fosse Lui stesso a ispirarle, o quanto meno a impedire che siano prese al di fuori della Sua volontà. Si spiega così il senso dell'infallibilità del papa, da non intendere dunque come una sua presuntuosa pretesa di essere migliore degli altri o di voler dominare su tutti: la sua missione è un segno della Provvidenza, protesa a non lasciare gli uomini in balìa di sé stessi, a rischio di perdersi per sempre, ma ad assicurare loro la luce necessaria a raggiungere la meta. Pietro e i suoi successori sono solo uomini, scelti da un Capo sempre vigile e premuroso per essere i portavoce del suo amore, che i secoli e le tempeste non hanno cancellato né potranno cancellare.

SANTE MESSE DELLA SETTIMANA

A BUDOIA

MERCOLEDI’ Santa Monica
  9,30 DEF.TA BURIGANA FLAVIA
VENERDI’ Martirio di San Giovanni Battista
18,00 MESSA PER TUTTI I BAMBINI MORTI A CAUSA DELLA
           VIOLENZA ord. persona devota

DOMENICA Ventiduesima del Tempo Ordinario
10,00 MESSA PER LE COMUNITA’ PARROCCHIALI
18,00 IN ONORE DELLA MADONNA DELLA SALUTE ord. Menezes
           Maria

OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: per battesimo di Russo Leonardo €. 20;  N.N., €. 10.

A DARDAGO

MARTEDI’ della ventunesima settimana del Tempo Ordinario
18,00 DEFF. BASTIANELLO WILGEFORTE E BALLIANA ALDO
          DEFF. JANNA ANGELO E GIOCONDA THECO
GIOVEDI’ Sant’ Agostino vescovo e dottore della Chiesa
18,00 DEFF. BOCUS PIETRO E MARIA FRITH
SABATO Ventiduesima del Tempo Ordinario
18,00 ANN. DEF. ZAMBON GUSEPPE MODOLA
          DEF.TA CARLON TERESA CIAMPANER
          DEF. MELOCCO GUERRINO
DOMENICA Ventiduesima del Tempo Ordinario
11,00 DEFF. PONTEL GIOVANNI E FAMILIARI
       
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: Zambon Maria Teresa Rosit, €. 100; Zambon Ezio Ite, €. 40; Janna Mirca Ciampaner, €. 40; N.N., €. 40.

A SANTA LUCIA     

LUNEDI’ San Giuseppe Calasanzio sacerdote
18,00 DEF. TOFFOLI LINO ord. moglie e figlie
DOMENICA Ventiduesima del Tempo Ordinario
10,00 ANN. DEFF. SOLDA’ CELESTE E POLESE TERESA
          DEF. GISLON ALESSANDRO
                    
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: Gislon Renata,  €. 40; N.N., €. 10.


LA PARROCCHIA: REALTA’ CHE CAMBIA

Continuando il discorso iniziato domenica scorsa sul foglio di collegamento, oggi vogliamo parlare della parrocchia in questo nostro tempo. Mi rifaccio alle parole di Papa Francesco nella recente lettera apostolica Evangelium gaudii, nella quale afferma, che la parrocchia “non è una struttura caduca proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. La Parrocchia, pur non essendo l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie. La Parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. Però dobbiamo riconoscere che l’appello alla revisione e al rinnovamento delle parrocchie non ha dato ancora sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente e siano ambiti di comunione viva e di partecipazione e si orientino completamente verso la missione. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”: Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza una adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia”. Fin qui le parole del Papa. E’ chiaro che l’appello del Papa ad una revisione profonda di impostazione della vita pastorale e di gestione delle Parrocchie da parte dei preti e dei fedeli laici ci chiede un impegno non di poco conto e che esigerà abbastanza tempo. Non è un discorso da preti ma che riguarda tutta la Comunità Parrocchiale: occorrono catechisti, cantori per il coro, gente che si interessa delle strutture, gente che si rende responsabile del Servizio della Carità verso le situazioni di povertà. Occorre che i fedeli laici siano consapevoli dell’importanza della partecipazione alla Messa domenicale e, per chi può, anche a quella feriale. Senza l’istruzione religiosa e l’alimento dei sacramenti non ci si può dire cristiani. La Parrocchia non è un supermercato dove vado, compro quello che voglio, torno a casa e chi s’è visto, s’è visto.
O CAMBIAMO O COME CHIESA SI MUORE. (fine seconda puntata)