PIETRO LA ROCCIA
L'episodio
che racconta il Vangelo di oggi comincia con una domanda di Gesù agli apostoli:
"Chi sono io, secondo la gente?" Il Battista, rispondono, o uno degli
antichi profeti. "Ma voi, chi dite che io sia?" chiede poi, e
stavolta risponde Simone, con parole di una profondità inattesa da un povero
pescatore: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Risposta
perfetta, osserva Gesù: tanto acuta da trascendere "la carne e il
sangue", cioè le umane capacità. Perciò gli dice: "Beato sei tu,
Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te l'hanno rivelato, ma il
Padre mio che è nei cieli". Continua poi con parole che spiegano perché il
Padre ha fatto capire tal cosa a quell'uomo semplice: "Tu sei Pietro, e su
questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le potenze degli inferi non
prevarranno su di essa". Occorre qui, dopo "la carne e il
sangue", qualche altro chiarimento dell'immaginifico linguaggio biblico:
le potenze degli inferi sono le forze avverse; cambiare il nome a una persona
significa cambiargli la vita, affidandogli una missione; Pietro è la forma in
cui si è resa in italiano la parola ebraica Kefa', che significa roccia, pietra
inamovibile. Circa quest'ultima, torna alla mente l'esempio con cui Gesù ha
concluso il cosiddetto discorso della montagna, quando ha confrontato una casa
costruita sulla sabbia, destinata a crollare sotto l'imperversare di alluvioni
e tempeste, con una casa costruita sulla roccia, che niente e nessuno può far
cadere. Gesù edifica dunque la sua casa, la Chiesa, appunto sulla roccia che è
Pietro. Ma come può essere tanto affidabile un semplice uomo, anzi un uomo come
quello, privo di cultura e di potere, capace di slanci istintivi ma anche di
gravi cedimenti? Come può essere una roccia destinata a sfidare i secoli e le
tempeste, chi nel momento del pericolo per tre volte avrebbe negato persino di
conoscere il Maestro? Eppure, davvero duemila anni stanno a dimostrare che
quella casa ha superato bufere d'ogni genere ed è tuttora in piedi, anzi più
salda che mai. Non certo per le capacità di Pietro e neppure dei suoi
successori: il fatto che Gesù abbia costruito la sua Chiesa proprio sull'umana fragilità,
sta a dimostrare che la vera roccia in cui la Chiesa affonda le fondamenta è
Chi l'ha voluta. L'ha voluta, e continua a sostenerla, come implicano le
successive parole di quel memorabile discorso. Disse ancora Gesù a Pietro:
"A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla
terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà
sciolto nei cieli". Non sarebbe neppure pensabile che Dio approvi in
anticipo le decisioni (si parla di quelle importanti, vincolanti per le
coscienze; quelle in grado di decidere l'ingresso o l'esclusione dei fedeli
dalla vita eterna) di Pietro e dei suoi successori, se non fosse Lui stesso a
ispirarle, o quanto meno a impedire che siano prese al di fuori della Sua
volontà. Si spiega così il senso dell'infallibilità del papa, da non intendere
dunque come una sua presuntuosa pretesa di essere migliore degli altri o di
voler dominare su tutti: la sua missione è un segno della Provvidenza, protesa
a non lasciare gli uomini in balìa di sé stessi, a rischio di perdersi per
sempre, ma ad assicurare loro la luce necessaria a raggiungere la meta. Pietro
e i suoi successori sono solo uomini, scelti da un Capo sempre vigile e
premuroso per essere i portavoce del suo amore, che i secoli e le tempeste non
hanno cancellato né potranno cancellare.
SANTE
MESSE DELLA SETTIMANA
A BUDOIA
MERCOLEDI’ Santa Monica
9,30 DEF.TA
BURIGANA FLAVIA
VENERDI’ Martirio di San Giovanni Battista
18,00 MESSA
PER TUTTI I BAMBINI MORTI A CAUSA DELLA
VIOLENZA ord. persona devota
DOMENICA Ventiduesima del
Tempo Ordinario
10,00 MESSA PER LE COMUNITA’ PARROCCHIALI
Maria
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: per battesimo di Russo Leonardo €. 20; N.N., €. 10.
A DARDAGO
MARTEDI’ della ventunesima settimana del Tempo Ordinario
18,00 DEFF. BASTIANELLO WILGEFORTE E BALLIANA ALDO
DEFF. JANNA ANGELO E GIOCONDA THECO
GIOVEDI’ Sant’ Agostino vescovo e dottore della Chiesa
18,00 DEFF. BOCUS PIETRO E MARIA FRITH
SABATO Ventiduesima
del Tempo Ordinario
18,00 ANN. DEF.
ZAMBON GUSEPPE MODOLA
DEF.TA CARLON TERESA CIAMPANER
DEF. MELOCCO GUERRINO
DOMENICA Ventiduesima del Tempo Ordinario
11,00 DEFF. PONTEL GIOVANNI E FAMILIARI
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: Zambon Maria Teresa Rosit, €. 100; Zambon
Ezio Ite, €. 40; Janna Mirca Ciampaner, €. 40; N.N., €. 40.
A SANTA LUCIA
LUNEDI’ San Giuseppe
Calasanzio sacerdote
18,00 DEF. TOFFOLI LINO ord. moglie e figlie
DOMENICA Ventiduesima del Tempo Ordinario
10,00 ANN.
DEFF. SOLDA’ CELESTE E POLESE TERESA
DEF. GISLON ALESSANDRO
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: Gislon Renata, €. 40; N.N., €. 10.
LA
PARROCCHIA: REALTA’ CHE CAMBIA
Continuando il discorso iniziato domenica scorsa sul
foglio di collegamento, oggi vogliamo parlare della parrocchia in questo nostro
tempo. Mi rifaccio alle parole di Papa Francesco nella recente lettera
apostolica Evangelium gaudii, nella quale afferma, che la parrocchia “non è una
struttura caduca proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme
molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del
pastore e della comunità. La Parrocchia, pur non essendo l’unica istituzione
evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente,
continuerà ad essere la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi
figli e delle sue figlie. La Parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio,
ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del
dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della
celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e
forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. Però dobbiamo
riconoscere che l’appello alla revisione e al rinnovamento delle parrocchie non
ha dato ancora sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente e
siano ambiti di comunione viva e di partecipazione e si orientino completamente
verso la missione. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il
comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”: Invito tutti ad essere
audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture,
lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione
dei fini senza una adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è
condannata a tradursi in mera fantasia”. Fin qui le parole del Papa. E’ chiaro
che l’appello del Papa ad una revisione profonda di impostazione della vita
pastorale e di gestione delle Parrocchie da parte dei preti e dei fedeli laici ci
chiede un impegno non di poco conto e che esigerà abbastanza tempo. Non è un
discorso da preti ma che riguarda tutta la Comunità Parrocchiale: occorrono
catechisti, cantori per il coro, gente che si interessa delle strutture, gente
che si rende responsabile del Servizio della Carità verso le situazioni di
povertà. Occorre che i fedeli laici siano consapevoli dell’importanza della
partecipazione alla Messa domenicale e, per chi può, anche a quella feriale.
Senza l’istruzione religiosa e l’alimento dei sacramenti non ci si può dire
cristiani. La Parrocchia non è un supermercato dove vado, compro quello che
voglio, torno a casa e chi s’è visto, s’è visto.
O CAMBIAMO O COME CHIESA SI MUORE. (fine seconda
puntata)