venerdì 24 novembre 2023

Domenica, 26 Novembre 2023 - ANNO 13 n. 53 - GESU CRISTO RE DELL’UNIVERSO - XXXIV del Tempo Ordinario

 


 

Questi miei fratelli più piccoli

Il Signore è il mio pastore: di nulla mancherò.

Sul verde dei suoi prati mi darà riposo.

Per sentieri che non falliscono mi guiderà il suo Nome.

Gesù se ne sta seduto sulla sommità del monte degli Olivi, circondato dai discepoli, in disparte. Di fronte, Gerusalemme, fervente di preparativi per la Pasqua. L’ultimo grande discorso termina con una parabola (Matteo 25,31-46) che è una profezia in un linguaggio apocalittico.

La cornice è drammatica, come nelle parabole precedenti, ma il contenuto dolcissimo: Gesù ha lo sguardo fisso ai suoi discepoli, che dovrà lasciare forse entro breve tempo. Per seguirlo, essi hanno abbandonato tutto.

Poveri, oltraggiati, estranei tra la propria gente, Gesù li affida a tutti i popoli della terra: “Quando avevo fame, mi deste da mangiare; quando avevo sete, mi deste da bere; fui forestiero e mi ospitaste…Tutte le volte che lo faceste a qualcuno di questi miei fratelli più piccoli, lo faceste a me”. 

Nella persona del discepolo, il Signore bussa alla porta: un peregrinare senza confini e senza limiti di tempo. “Ecco, io stesso cercherò le mie pecore”, dice il Signore Dio.

I discepoli, perseguitati e dispersi, sperimenteranno dentro di sé la presenza viva del Signore risorto e saranno, per quanti li accolgono, sorgente di luce e benedizione: “Venite, voi benedetti dal Padre mio, a prendere possesso del Regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”.

Ispirandosi alle parole di Gesù, san Francesco ha chiamato i suoi compagni ‘frati minori’, fratelli più piccoli, “per essere sudditi e sottomessi a tutti gli uomini che sono nel mondo, come Gesù fu povero ed ospite”. 

Traverserò le tenebre della valle e dell’ombra senza temere alcun male, perché Tu sei con me. Tu prepari davanti a me una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Di balsami la testa mi profumerai, il mio calice traboccherà (Salmo 22/23, di David).

Ultimo tra i nemici ad essere destituito, la morte!

La parte conclusiva del messaggio ai cristiani di Corinto ha come tema la risurrezione dei morti: primizia, o primo fiore, l’Eletto Gesù – come il calicanto che inizia a fiorire nel mio cortile -; subito dopo, quelli che appartengono a Gesù, al suo arrivo; poi la innumerevole schiera… In corrispondenza c’è un progressivo assoggettarsi del Figlio al Padre, forma delicatissima dell’amore – “nella Trinità non c’è niente che sia servo” -, riconosciuto come Fonte inesauribile di ogni bene, affinché Dio sia ogni cosa in ogni cosa (I, 15,20-28).            

(a cura di Silvano Scarpat)


BUDOIA

GIOVEDI’- 30 Novembre – S. ANDREA APOSTOLO. Patrono

9,30  – Santa Messa.  Def. ti Carlon Adriano e Rasi Leda

DOMENICA – 3 Dicembre, I di Avvento (Anno B)

11,00 –  S. Messa Def.ta Puppin Rizzo Alba,  Def.ta De Re Andreazza Salima

Offerte:

Pro chiesa    : Andreazza Bruna € 40

Pro Oratorio: Famiglia Fedrigo € 25, Famiglia Siragusa/Manieri € 50

NB. Non si celebra la S. Messa di Mercoledì 29 Novembre


DARDAGO

MARTEDI’– 28 Novembre, XXXIV del Tempo Ordinario

17,00 – Def.ti Zambon Angelo (Rosit) e Attilia

SABATO – 2 Dicembre, I di Avvento (Anno B)

18,00 – Def. ti  Ianna Alfredo, Angela e Chiara, Del Maschio Candido, Cardazzo Maria

Offerte:

Pro chiesa:  dagli organizzatori Festa a San Martino € 100


SANTA LUCIA

GIOVEDI’- 30 Novembre  

17.00  Santa Messa 

DOMENICA – 3 Dicembre, I di Avvento (Anno B)

 9,45 - Def.ti Bragaggia Antonia, Pitton Santo, Per intenzioni personali. 

venerdì 17 novembre 2023

Domenica, 19 Novembre 2023 - Anno 13 n.52 XXXIII del Tempo Ordinario

 

Guarda, Signore, la tua terra!

 L’antifona d’ingresso  è presa dalla lettera inviata dal profeta Geremia agli ebrei esiliati a Babilonia, dopo la prima deportazione.

Così dice il Signore: “Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; sposatevi e mettete al mondo figli e figlie. Cercate la pace della città nella quale vi ho esiliato e pregate il Signore per essa, perché dalla sua pace dipende la vostra pace.

Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. Voi mi invocherete, camminerete con me, mi pregherete e io vi ascolterò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore” (29,1-14).

La paura è un problema antico, esiste fin dagli inizi: “Ho udito la Tua voce nel giardino, ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”, risponde Adamo al Signore che lo cercava nel giardino di Eden (Genesi 3,10).

Per liberarci dalla paura Gesù racconta ai discepoli una parabola (Matteo 25,14-30), dopo quella dello sposo che tardava.

Un uomo se ne va, per un lungo viaggio, lontano: Gesù fa riferimento alla sua morte che potrebbe essere imminente. Consegna i suoi beni ai servi più fidati, e parte. Uno dei servi non mette a frutto la ricchezza che gli è stata affidata e, quando il padrone ritorna, si scusa: “Signore, so che sei un uomo duro e ho avuto paura…!”

Gesù è venuto per liberarci dalla paura. Il suo messaggio è giunto al vertice: di Dio non si può avere paura.

Il mio bene è stare vicino a Dio; il mio rifugio è il Signore (Antifona alla Comunione).

Verso la fine del messaggio ai Tessalonicesi, S. Paolo li rassicura ancora: “Voi, fratelli, non siete nelle tenebre, siete tutti figli della luce e figli del giorno. Siete proprietà riservata ed incolume attraverso Gesù, il quale morì rappresentando noi affinché possiamo vivere insieme con Lui. Costruitevi in direzione di quest’Unico”, in direzione di Gesù (I, 5,1-11).

Il libro dei Proverbi, una raccolta della saggezza d’Israele, termina con l’elogio della donna: donna vera, più preziosa dei coralli, simbolo della Sapienza. E’ un poema alfabetico (31,10-31), il più bello della Sacra Scrittura: ogni versetto inizia con una lettera dell’alfabeto, in ordine, ventidue, dall’ alef al tau.

Il cuore del marito si fa forte del suo appoggio.

Lei è come una nave di mercanti che importa il grano di lontano

per non far mancare nulla alla sua casa.

La sua lampada non si spegne nella notte.

Se nevica, non teme per la sua famiglia.

Si veste di lino e di porpora, tesse vestiti e li vende.

Il suo insegnamento persuade.

I suoi figli la lodano, il marito ne fa l’elogio:

“Molte donne fanno cose eccellenti, ma nessuna è come te”.

E’ degna di lode la donna che si affida al Signore.

(a cura di Silvano Scarpat)


BUDOIA

MERCOLEDI’-22 Novembre – Mem. S.Cecilia Verg. Martire

 9,30  – Santa Messa

DOMENICA – 26 Novembre – Cristo Re

11,00 –  S. Messa per la comunità e memoria di S. Andrea  Patrono

Offerte:

Pro chiesa:

Pro Oratorio: Da famiglia Saravarenco  € 50


DARDAGO

MARTEDI’– 21 Novembre – Presentazione B.V Maria (Madonna della Salute)

17,00 – Def.ti Zambon Bruno e Dina, Bastianello Marino  Bastianello Giuseppe, Pellegrini Luigia     

SABATO  -  25 Novembre – Solennità  di Cristo Re

18,00 – Def. ti Zambon Pietro, Zambon Santa (Sartorel), Celant Francina, Kobylina Katia

Offerte:

Pro chiesa: Fam. Fabrizio Sartorel € 100, NN € 10


SANTA LUCIA

GIOVEDI’- 23 Novembre

17.00  Santa Messa

DOMENICA – 26 Novembre – Cristo Re

9,45  Def. Pizzinato Angela, Pierantonio, Giuliana ed  Elisa


AVVISI   COMUNI

Domenica 26 Novembre:

Giornata di preghiera e offerte pro Seminario diocesano

venerdì 10 novembre 2023

Domenica, 12 Novembre 2023 - Anno 13 n.51 XXXII del Tempo Ordinario

 


 
Le lampade della sposa
 
Il libro della Sapienza è un’istruzione per i giovani della diaspora ebraica di Alessandria d’Egitto, scritta, in un greco raffinato, qualche tempo prima della venuta di Gesù.
La sapienza è splendida, è facile da scorgere per coloro che la amano, si lascia trovare da quelli che la cercano.
Chi per lei si alza di buon mattino la troverà seduta alla porta di casa. Chi veglia per lei, sarà presto senza affanni, perché lei stessa va incontro a quanti la cercano e appare loro affabile sui sentieri,
si fa loro incontro in ogni pensiero (6,12-16).
La Sapienza è l’arte di vivere, che conduce al Bene donata da Dio nella creazione. Si fa persona in Gesù.
“Gerusalemme, Gerusalemme! Quante volte ho desiderato riunire attorno a me la tua gente, come una chioccia raccoglie a sé i pulcini sotto le ali… Ma vi dico che non mi vedrete più fino al giorno in cui direte: Benedetto, nel nome del Signore, Colui che viene!” (Matteo 23,37-39).
Gesù, uscito dal tempio, si mise in cammino e, poco lontano, riprese a parlare ai discepoli sul monte degli Olivi, di fronte a Gerusalemme, ad oriente.
Tre parabole concludono il grande discorso: la prima (25,1-13) racconta di una festa di nozze, in un villaggio palestinese. Tutto è pronto ma, venuta la sera, lo sposo ritarda. Le amiche della sposa si addormentano, un po’ tristi o deluse.
Quando lo sposo arriva, nel bel mezzo della notte, solo alcune possono andargli incontro con le lampade e partecipare alla festa, quelle che hanno portato con sé una riserva d’olio.
Gesù prepara i discepoli ad un suo possibile rifiuto da parte dei notabili, a una sua morte violenta. Allora dovranno trovare il coraggio dell’attesa: “Si può tagliare un fiore, ma non si può impedire che venga la primavera”.
Il Signore non tarda rispetto alla sua promessa, ma è paziente nei vostri confronti, non vuole che alcuni si perdano (II Pietro 3,5).
Nella celebrazione delle nozze, in Terra Santa, la sposa entra nella sala del ricevimento con in mano due candele accese e danza, con le altre donne.
I cristiani di Tessalònica, da poco giunti alla fede, sono preoccupati per la sorte dei loro morti: Gesù non ha vinto la morte? S. Paolo li rassicura: Quelli che si sono addormentati nel sonno di Gesù – espressione bellissima -, quelli che sono morti affidandosi a Lui, Dio li farà giungere insieme con Gesù, li colmerà di vita insieme con Lui.
Quando il Signore verrà, gli andremo incontro insieme. E così saremo sempre con il Signore.
Della vita con Gesù, iniziata con il battesimo, la morte non è un’interruzione (I Tessalonicesi 4,13-18).
Tu sei il Dio mio, o Dio, io ti cerco, assetato di Te.
Il tuo amore è più dolce della vita; e pensarti sopra il mio letto,
darti i sussurri delle mie veglie, perché il soccorso mio sei Tu,
la gioia mi inonda all’ombra delle tue ali
Salmo 62/63, di David, nel deserto di Giuda.       
              
(a cura di Silvano Scarpat)

BUDOIA 
MERCOLEDI’- 15 Novembre
9,30 – Def.ti Angelin Giuseppe e Giovanni
           Def.ti Boschin Umberto e Berta

SABATO18 Novembre – XXXIII del Tempo Ordinario
                    ***PREFESTIVA***
18,00 – Per la Comunità

Offerte:
Pro chiesa: In Mem. Bocus Norma da nipoti                   € 150
                    In Mem. De Re Andreazza Salima da Fam. € 150
Pro Oratorio: Da Ass. PRO LOCO Budoia                      € 100
                         Bernabè Sabrina                                        €   40 

DARDAGO
MARTEDI’– 14 Novembre  
17,00 – Def.ti Marson Emanuele e Paolo, Battiston Amabile e Busnelli Carlo

DOMENICA -  19 Novembre – XXXIII del Tempo Ordinario       
                            *Presentazione della B.V Maria - 
                             MADONNA DELLA SALUTE*
10,45 – SANTA MESSA SOLENNE  
             Def. ti Tranci Sandro e Zambon Ugo
             Battesimo di Lachin Elia
             Segue PROCESSIONE per le Vie del Paese
             con il solito percorso
Offerte:
Pro chiesa:  NN € 30

SANTA LUCIA

GIOVEDI’- 16 Novembre 
17.00 - Santa Messa 

DOMENICA – 19 Novembre – XXXIII  del Tempo Ordinario
9,45  -  Def. Fucile Ugo, Def. Carducci Maddalena
            Def. Fucile Iuorio Giuseppe
            Def.ti Villani Giulia, Concetta e Michele  

 Offerte: -

domenica 5 novembre 2023

Domenica, 5 Novembre 2023 - Anno 13 n.50 XXXI del Tempo Ordinario

 

Fratelli


Il Libro di Malachìa risale al 450 circa a.C. Il tempio è stato ricostruito, ma non le mura di Gerusalemme: “La città dei miei padri è ridotta ad uno stato penoso”, dice Neemìa (2,3) al re Artaserse. I rimpatriati da Babilonia non hanno ricevuto l’accoglienza che si aspettavano.
“Vi ho amati, dice il Signore; e voi dite: In che modo?”.
I sacerdoti  non sembrano all’altezza della loro missione di ministri della Parola e di responsabili del culto: “Voi siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento”.
Dice Malachìa in nome di una fede viva e personale: “Non abbiamo  tutti un solo Padre? Non ci ha creato un unico Dio?”
Questo passo ci offre una delle più belle espressioni dell’Alleanza: essendoci un unico Padre, ognuno è
responsabile del proprio fratello (1,14-2,10).
Gesù continua ad insegnare nel tempio. Si rivolge alla folla e ai suoi discepoli. E’ il suo ultimo grande discorso (Matteo 23-25). Prende la parola in un grande silenzio: ”Chi oggi insegna al posto di Mosé sono gli scribi e i farisei: quanto essi vi dicono, mettetelo in pratica e tenetelo presente, ma non fate come loro”.
Il loro magistero è autentico ma non sono coerenti, perché non si mettono sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Poi Gesù di colpo si rivolge ai discepoli:
“Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. Il più grande di voi sia vostro servo”. Per voi esiste un solo Maestro, un solo Padre, una sola Guida (23,1-12). Seguono sette “guai”, come il primo discorso
esordiva con nove volte “Beati” (5,1-12), un lamento accorato, grido di amore ferito: Gesù si riconosce solidale con tutta un’antica storia di colpa.
Scrivendo ai Tessalonicesi, San Paolo rievoca vicende da poco trascorse, la fondazione della comunità e l’esaltazione del proprio incontenibile affetto: Dopo essere stati oltraggiati a Filippi, trovammo nel nostro Dio il coraggio per parlarvi della buona notizia di questo Dio… Pur potendo darci una certa importanza quali inviati dell’Eletto Gesù, in mezzo a voi ci dimostrammo bambini; come una mamma quando riscalda le proprie creature, così ci sarebbe piaciuto distribuirvi non solo la buona notizia di Dio ma anche la nostra stessa vita (I, 2,1-13). Signore, il mio cuore non è presuntuoso, né i miei occhi sono altèri.
Abbiamo la tendenza a gareggiare con Dio, per voler essere simili a Lui. Occorre invece porsi nell’umile condizione di creatura, accettare i propri limiti:
Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Si tratta del bambino (gamul) che sa già camminare con le proprie gambe. Il salmo 130/131 (canto del pellegrino, di David) è il canto della maturità spirituale,
di una persona che non ha avuto la vita facile ma ha saputo appianare le onde
tumultuose del suo animo inquieto sperando nel Signore.
Ora e sempre, Israele, confida nel Signore.
E’ bello, Signore, vivere con Te.
                                                (a cura di Silvano Scarpat)

BUDOIA
 
MERCOLEDI’- 8 Novembre
9,30 – Def.ti Angelo e Rosa Dedor Suela
           Def.ti Rosina, Alberto, Italia e Giuseppe
           Def.  Assunta Alfier
               
DOMENICA – 12 Novembre – XXXII del Tempo Ordinario
11,00 – Trig. Santarossa Teresa e Gislon Elio
            Def.ti Pelos Adriana e Del Sant Carlo

Offerte:
Pro chiesa: In Mem. Carlon Dino da sorelle € 200
                    Boschin Pierluigi  € 90    


DARDAGO
 
MARTEDI’– 7 Novembre  
17,00 – Def.  Basso Marco  

SABATO -  11 Novembre – XXXII del Tempo Ordinario       
              
            Chiesetta di San Martino
15,00   Deff.  Zambon Renzo (Tunio),
             Carlon Lorenzo, Zambon Angela e Figli
         
             Chiesa
18,00    Def.ti Zambon Giovanni e Claudia.
             Def.ta Parmesan Maria

Offerte:
Pro chiesa:  NN € 10,  NN € 60
Pro Giornata Missionaria Mondiale € 193

SANTA LUCIA


GIOVEDI’- 9 Novembre

17.00  Def.ti Fratelli Carli
 
DOMENICA – 12 Novembre – XXXII  del Tempo Ordinario
 
9,45  Def.ti Gislon Paolo,
         Zammattio Lea,
         Fort Mario,
         Busetti Angela,
         Carli Italo
         Zanolin Andrea e Teresa