sabato 20 luglio 2019

Domenica, 21 luglio 2019 - XVI del Tempo Ordinario (C)



ASCOLTARE E METTERE IN PRATICA

La parabola del buon samaritano, che abbiamo ascoltato domenica scorsa, trova oggi un collegamento con la prima lettura (Genesi 18,1-10): Abramo offre ospitalità a tre sconosciuti viandanti; così, senza rendersene conto, accoglie Dio, che lo ricompensa con la nascita del tanto atteso figlio. 
E di ospitalità parla anche il vangelo (Luca 10,38-42): Gesù si reca a Betania, accolto dalle sorelle Marta e Maria. Entrambe onoratissime di riceverlo e preoccupate di offrirgli una degna accoglienza, la manifestano però in modo diverso: Marta si fa in quattro nei lavori domestici (possiamo immaginarla indaffarata a riordinare la casa, cucinare, imbandire la mensa); Maria invece si trattiene a tenergli compagnia: "Sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola". 
La prima se ne lamenta: "Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Richiesta ragionevole, a prima vista; non però agli occhi di Gesù, il quale ne profitta per lasciarci un insegnamento di perenne validità: "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta".
Taluni hanno inteso l'episodio come una contrapposizione tra l'azione concreta, anche buona, e l'ascolto, la meditazione, la preghiera; insomma tra la vita attiva e la vita contemplativa, tra il fare e il pensare, concludendo che Gesù privilegia il secondo. Quando nel Settecento i governi soppressero i monasteri incamerandone i beni, la motivazione formalmente addotta fu che i monaci e le monache, ritenuti (a torto) impegnati solo nella preghiera, erano inutili perché privi di una funzione sociale (quando poi soppressero anche i frati, le suore e le confraternite di laici, pur se accanto alla preghiera svolgevano svariate opere di carità, il vero intento divenne palese). Quelle decisioni autoritarie nell'ambito delle libere scelte dei cittadini nascevano anche da una motivazione che tuttora qualcuno condivide: l'uomo, dotato di ragione, opera bene, anche a beneficio di altri, senza bisogno di "perdere tempo" a pregare. 
Una tale fiducia nell'uomo, capace da solo di vivere rettamente, è contraddetta in modo clamoroso dalle cronache quotidiane e dalla comune esperienza: la “cronaca nera” si alimenta dei comportamenti di chi è lontano da Dio. Il male dentro e intorno a noi non lo possiamo vincere da soli; tutti abbiamo bisogno di quell'aiuto che unicamente Dio ci può dare. E ce lo dà, tanto quanto ci mettiamo in ascolto di lui, in sintonia con lui attraverso la riflessione e la preghiera. 
Anche il bene (di cui pure siamo capaci), perché non sia compiuto alla ricerca di un tornaconto, perché non sia semplice frutto delle nostre corte vedute, perché non si risolva in un autocompiacimento, deve essere quello di cui Gesù ha dato l'esempio, deve sgorgare dall'amicizia con lui. 
Egli non nega il valore di quello che Marta fa; ne contesta l'eccesso e stabilisce la gerarchia dei valori. Essere è più importante che fare. Essere in sintonia con lui è più importante anche del fare, apparentemente, per lui o in suo nome. Gesù dunque non contrappone vita attiva e vita contemplativa, come se pregare fosse da preferire al servizio del prossimo (del resto, anche nella casa di Betania doveva pur esserci chi preparava la cena). 
Il richiamo a Marta è a non affannarsi, a non esaurire il suo impegno in cucina; accogliere un ospite non significa soltanto "fare cose" per lui, ma anche offrirgli la disponibilità del proprio tempo, della propria attenzione. La vita attiva non dev'essere "altro" da quella contemplativa, ma una sua traduzione, come Gesù stesso in un'altra circostanza (Luca 11,28) ha sintetizzato: "Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".


SANTE MESSE DELLA SETTIMANA

A BUDOIA

MERCOLEDI’ della sedicesima settimana del Tempo Ordinario         
9,30 DEFF. PUSIOL ITALIA E GIUSEPPE
        DEF. ANGELIN CIPRIANO ord. famiglia

VENERDI’ Ss. Gioachino ed Anna genitori della Beata Vergine Maria
18,00 MESSA DI 7° DEF.TA ZAMBON PIA

DOMENICA Diciassettesima del Tempo Ordinario
11,00 DEFF. BURIGANA JOLANDA E FAMILIARI
          DEFUNTI DEDOR E ARIET

A DARDAGO

MARTEDI’ Santa Brigida religiosa patrona d’Europa  
18,00 MESSA PER INTENZIONE PARTICOLARE

GIOVEDI’ San Giacomo Apostolo   
18,00 DEFF. CARLON SANTINA E ZAMBON GUERRINO

SABATO Diciassettesima Domenica del Tempo Ordinario
18,00 DEFUNTI BURELLI
          DEFF. BASTIANELLO ATTILIO, ANGELA, GIANNINA ED EZIO
          DEF. SAMBRUNA FELICE

DOMENICA Diciassettesima del Tempo Ordinario
10,00 DEF. BOCUS GUERRINO FRITH
          DEFF. GIANNI E PAOLA

OFFERTE Per funerale di Zambon Pia, il figlio, €. 400, i nipoti Clelia, Germano, Silvana, Daniela e Marta, €. 200.
      
A SANTA LUCIA  

LUNEDI’ Santa Maria Maddalena          
18,00 DEFUNTI FAMIGLIA ERRANTE

DOMENICA Diciassettesima del Tempo Ordinario     
18,00 DEFF. SOLDA’ BRUNA, PASTORUTTI CLAUDIA E LORENZO
          MESSA PER LE COMUNITA’ PARROCCHIALI


AVVISI COMUNI

Un grande grazie!

Pur nella grande sofferenza che mi ha colpito, il mio cuore è ricolmo di gioia e di gratitudine per tutte le attestazioni di cordoglio e di affetto con i quali in questi giorni molti mi sono stati vicini. Vorrei ringraziare tutti ad uno ad uno ma ciò diventa impresa impossibile. E allora grazie lo dico ai nostri vescovi Giuseppe e Ovidio e ai confratelli sacerdoti che mi hanno fatto sentire come in famiglia; ai miei collaboratori nelle parrocchie; ai Consigli Pastorale e per gli Affari Economici; a tutti i parrocchiani di Budoia, Dardago e Santa Lucia, all’amministrazione comunale di Budoia, alla stazione dei carabinieri di Polcenigo, alle Comunità Neocatecumenali di Porcia, ai miei parenti, amici e conoscenti che si sono stretti attorno a me per farmi sentire più leggero il peso del distacco, un grazie alla dottoressa Daniela Fort che ha seguito con professionalità e partecipazione mia mamma in questi anni, al personale medico, infermieristico e di servizio dell’Ospedale di Sacile che si è prodigato, come ha potuto, per accompagnarla serenamente al tramonto. Grazie alla signora Anu Rani che per tanti anni si è presa cura di lei con amore di figlia. Grazie a quanti le hanno fatto visita nel tempo della malattia e a quanti avrebbero voluto ma non hanno potuto farlo. Grazie a tutti coloro che personalmente sono stati presenti in questi due giorni alle celebrazioni e soprattutto un grandissimo grazie e arrivederci in cielo
                        
alla mia carissima mamma Pia