La Pasqua di Tommaso
Tommaso aveva il pensiero fisso a come era andata a finire a Gesù e lui non Gli era stato vicino.
Ed ecco che viene Gesù, alla stessa ora. Nessun rimprovero per Tommaso ma un invito a riconoscere quelle mani e quel fianco trafitti, quel corpo benedetto. Tommaso ha capito che per Dio nulla è irreparabile, che da sempre Dio è perdono.
Gesù rimarrà sempre così: “ Il testimone fedele, che è il Signore risorto e glorificato, il Trafitto, l’agnello immolato, manifesta l’attuale e permanente fedeltà dell’amore di Dio, del Padre che continuamente ‘corre’ incontro ai suoi figli perduti (Lc 15,20), continuando a ‘dare’ il proprio Figlio (Lc 20,13), il suo prediletto” “Signore mio, Iddio mio!”, rispose Tommaso è la più bella professione di fede. Il vertice di tutto il Vangelo.
Si dice che Tommaso poi dalla Galilea abbia preso la via dell’oriente, fino in India, a Cochin, a Taxila e alle coste del Malabar, fino a Mylapore, nell’India sudorientale.
La prima lettera di Giovanni è una ripresa del Vangelo, in particolare dei discorsi della Cena. Ci accompagnerà in questo tempo di Pasqua. Man mano che si progredisce nella lettera, c’è un movimento regolare e costante dalla esteriorità verso l’interiorità, dalla fede professata verso la fede vissuta, dalla situazione comunitaria dei credenti verso la loro vita personale e divina, in Cristo e in Dio. La liturgia di questa domenica ci presenta la parte conclusiva (5,1-6): “Da questo conosciamo di amare i figli di Dio, se amiamo Dio”. L’amore del credente per Dio è la fonte del suo amore per tutti quelli che, come lui, sono nati da Dio, i suoi fratelli. Dalla comunione con Dio sgorga spontaneamente l’amore verso tutti i figli di Dio.
“Coloro che erano diventati credenti - erano numerosi – avevano un cuor solo ed un’ anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune... Nessuno tra loro era bisognoso” (Atti 4,32-35). “L’ideale perseguito è quello di una carità che non può accettare che dei fratelli siano nel Bisogno. Si abbandonano i propri beni non per desiderio di essere poveri, ma perché non vi siano poveri tra i fratelli” (Jacques Dupont). Commenta splendidamente S. Agostino: “In ciò che si ama on non vi è fatica o questa stessa fatica è amata”. L’attenzione che i cristiani hanno gli uni verso gli altri è una conseguenza del dono dello Spirito santo accordato loro dal Signore risorto.
Sante Messe dal
12
al 18 APRILE 2021
A BUDOIA
MERCOLEDÌ 14
9,30 – S. Messa
DOMENICA 18 III Domenica di Pasqua
11,00 – Def.ti Cardazzo Antonio e Anna
ord. dal figlio.
Def. Rui Fortunato
Offerte: Per
Chiesa NN € 30, Signora Giovannina € 50
A DARDAGO
LUNEDÌ 12
15,00 – Funerale di Ianna Albertina “Theco” ved. Zambon Rosario - Domenica 11 alle ore 19,30
MARTEDÌ 13
18,00 – S. Messa
SABATO 17 – III Domenica di Pasqua
18,00 – Def. Dabrilli Roberto
(Trigesimo)
DOMENICA 18 - III Domenica di Pasqua
11,00 - S.
Messa
MERCOLEDÌ 14
9,30 – S. Messa
11,00 – Def.ti Cardazzo Antonio e Anna ord. dal figlio.
Def. Rui Fortunato
Offerte: Per Chiesa NN € 30, Signora Giovannina € 50
A DARDAGO
LUNEDÌ 12
15,00 – Funerale di Ianna Albertina “Theco” ved. Zambon
MARTEDÌ 13
18,00 – S. Messa
SABATO 17 – III Domenica di Pasqua
18,00 – Def. Dabrilli Roberto (Trigesimo)
DOMENICA 18 - III Domenica di Pasqua
11,00 - S. Messa
GIOVEDI 15
18,00 – S. Messa
A SANTA LUCIA
DOMENICA 18 III Domenica di Pasqua
10,00 - Anniv. Def.ti Bortoluzzi Luigi e Celant
Isidora
Def.
Oliva Luigi e Def.ti Fam. Martini
Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani;tendi la tua mano e mettila nel mio
fianco;e non essere incredulo ma credente”.Gli
rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”
Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani;
tendi la tua mano e mettila nel mio
fianco;
e non essere incredulo ma credente”.
Gli
rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”