sabato 10 aprile 2021

Domenica, 11 Aprile 2021 - Anno 11 n. 20 - II Domenica di Pasqua - (B)

 

La Pasqua di Tommaso
 
La notte in cui Gesù fu catturato, Tommaso, uno dei dodici, il più coraggioso, era fuggito anche lui come gli altri. Se n’era andato solo. Aveva vagato nella campagna, tra gli ovili, mendicando un pezzo di pane e una ciotola di latte. Si è generosi con i mendicanti a Pasqua. Tornò in città alla fine della settimana degli azzimi, nel luogo della Cena. Non disse nulla. Gli altri discepoli gli raccontarono di Maria di Magdala, del sepolcro vuoto e di come, otto giorni prima, il primo giorno della settimana (Giovanni 20,19-31), quando già era sera e le porte erano chiuse, il Signore risorto si era fatto presente, portando loro il perdono e la gioia, come aveva detto: “Quando vi vedrò nuovamente, l’animo vostro sarà invaso dalla gioia, e quella gioia non ve la toglie nessuno”.
Tommaso aveva il pensiero fisso a come era andata a finire a Gesù e lui non Gli era stato vicino.
Ed ecco che viene Gesù, alla stessa ora. Nessun rimprovero per Tommaso ma un invito a riconoscere quelle mani e quel fianco trafitti, quel corpo benedetto. Tommaso ha capito che per Dio nulla è irreparabile, che da sempre Dio è perdono.
Gesù rimarrà sempre così: “ Il testimone fedele, che è il Signore risorto e glorificato, il Trafitto, l’agnello immolato, manifesta l’attuale e permanente fedeltà dell’amore di Dio, del Padre che continuamente ‘corre’ incontro ai suoi figli perduti (Lc 15,20), continuando a ‘dare’ il proprio Figlio (Lc 20,13), il suo prediletto” “Signore mio, Iddio mio!”, rispose Tommaso è la più bella professione di fede. Il vertice di tutto il Vangelo.
Si dice che Tommaso poi dalla Galilea abbia preso la via dell’oriente, fino in India, a Cochin, a Taxila e alle coste del Malabar, fino a Mylapore, nell’India sudorientale.

La prima lettera di Giovanni è una ripresa del Vangelo, in particolare dei discorsi della Cena. Ci accompagnerà in questo tempo di Pasqua. Man mano che si progredisce nella lettera, c’è un movimento regolare e costante dalla esteriorità verso l’interiorità, dalla fede professata verso la fede vissuta, dalla situazione comunitaria dei credenti verso la loro vita personale e divina, in Cristo e in Dio. La liturgia di questa domenica ci presenta la parte conclusiva (5,1-6): “Da questo conosciamo di amare i figli di Dio, se amiamo Dio”. L’amore del credente per Dio è la fonte del suo amore per tutti quelli che, come lui, sono nati da Dio, i suoi fratelli. Dalla comunione con Dio sgorga spontaneamente l’amore verso tutti i figli di Dio.

Coloro che erano diventati credenti - erano numerosi – avevano un cuor  solo ed un’ anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune... Nessuno tra loro era bisognoso” (Atti 4,32-35). “L’ideale perseguito è quello di una carità che non può accettare che dei fratelli siano nel Bisogno. Si abbandonano i propri beni non per desiderio di essere poveri, ma perché non vi siano poveri tra i fratelli” (Jacques Dupont). Commenta splendidamente S. Agostino: “In ciò che si ama on non vi è fatica o questa stessa fatica è amata”. L’attenzione che i cristiani hanno gli uni verso gli altri è una conseguenza del dono dello Spirito santo accordato loro dal Signore risorto.


Sante Messe  dal  12  al 18  APRILE  2021


A  BUDOIA
 
MERCOLEDÌ   14
9,30 –  S. Messa
 
DOMENICA 18 III Domenica di Pasqua
11,00 – Def.ti Cardazzo Antonio e Anna ord. dal figlio.
             Def. Rui Fortunato

 
Offerte:  Per  Chiesa   NN  € 30, Signora Giovannina € 50
          
A  DARDAGO
 
LUNEDÌ  12
15,00  Funerale di Ianna Albertina  “Theco” ved. Zambon
              Rosario - Domenica 11 alle ore 19,30
 
MARTEDÌ 13  
18,00  S. Messa
        
SABATO 17 – III Domenica di Pasqua
18,00 –  Def. Dabrilli Roberto (Trigesimo)
 
DOMENICA 18 - III Domenica di Pasqua
11,00  - S. Messa

GIOVEDI 15

18,00  S. Messa

A  SANTA LUCIA

DOMENICA 18 III Domenica di Pasqua

 10,00  - Anniv. Def.ti Bortoluzzi Luigi e Celant Isidora
              Def. Oliva Luigi e Def.ti Fam. Martini 



Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani;
tendi la tua mano e mettila nel mio fianco;
e non essere incredulo ma credente”.
Gli  rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”