QUESTA TERRA DI DIO
(a cura di Silvano Scarpat)
Per lungo tempo Dio era rimasto in silenzio, le voci dei profeti si erano fatte sempre più rare. Ora all’improvviso, inaspettatamente Egli riprende a parlare al suo popolo, torna a rivolgergli la parola:
“Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e chiamatela poiché la sua schiavitù è finita, la sua colpa è stata scontata”.
Chiamare
significa qui rivolgere parole d’amore: Dio e il suo popolo hanno un legame
paragonabile a quello che esiste tra lo sposo e la sposa.
Una voce
grida: è la stessa che aveva chiamato due secoli prima Isaia, nel tempio in
tutto il suo splendore (Isaia 6).
Ora, sulle
rive dei fiumi di Babilonia, annuncia che la gloria del Signore sta per tornare
nel suo santuario, a Gerusalemme. Si tratta di preparare la strada nel deserto
perché possa ritornare alla testa del corteo degli esiliati: Babilonia è andata
oltre il suo mandato.
Anche gli
altri popoli riconosceranno il Signore, Dio vuole che il vangelo del perdono
raggiunga tutti i popoli.
L’inizio
del Libro della consolazione (Isaia 40,1-11) è il racconto della chiamata e della
missione di un profeta: di lui sappiamo che visse in esilio e si ispirava a Isaia.
Ricevette da Dio il compito di incoraggiare e far vedere agli esiliati un
futuro di Gioia e di grazia, nel decennio prima della caduta di Babilonia (539
a. C.).
Egli da lontano si rivolge alle sentinelle di Gerusalemme perché annuncino alle altre città della Giudea l’amore e la fedeltà del loro Dio. Il Signore ritorna in Sion riportando gli esiliati come se fossero il suo trofeo di guerra, il premio; come Giacobbe portò con sé Rachele, la sposa preferita, dopo gli anni di servitù, e gli parvero un soffio, tanto l’amava.
Il cammino
è quello tracciato da Dio con l’amore di chi prende gli agnellini in braccio e
conduce pian piano le pecore madri; e con la tenerezza di colui che non spezza
la canna incrinata e non spegne il lucignolo fumigante.
Avvenne che una volta, mentre il popolo si faceva battezzare, anche Gesù si fece battezzare. Egli si identifica con la folla per camminare insieme verso la liberazione.
Gesù stava
in preghiera: l’aprirsi del cielo permette allo Spirito di scendere su Gesù e
alla voce di proclamare la missione del Figlio: “Sei Tu il mio Figlio carissimo”.
La colomba
indica l’effetto della discesa dello Spirito. Rappresenta Israele, l’alleanza
mai revocata: Colomba silenziosa, che voli lontano (Salmo 56,1); Mia colomba, che
ti nascondi tra fessure di rocce, tra anfratti di dirupi” (Cantico 2,14).
Così Gesù
fece il suo primo passo, quando aveva circa trent’anni. Ed era figlio, come si
credeva, di Giuseppe… era figlio di Adamo, Figlio di Dio (Luca 3,21-38).
Quanto più
viviamo in contatto con Gesù, tanto più il cielo si apre sopra di noi.
In Gesù,
Dio ci viene incontro.
BUDOIA
MERCOLEDI’ 15 Gennaio
9,30 – Trig. Zambon Carlon Maria
Def.ti famiglia Del Zotto Giobatta
DOMENICA 19 Gennaio – II
del Tempo Ordinario
11,00 – Anniv. Zambon Giovanni e Bravin Angela,
Def.
Gislon Elio e Santarossa Teresa
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da Famiglie Moro, Donadel, Bravin
Bottos, Frigo De Franceschi, Galanti e Cosettini € 290
DARDAGO
MARTEDI’ 14 Gennaio
17,00 – Def.ti Vettor Mirella e Ciacòtich Franco
SABATO – 18 Gennaio - II del Tempo Ordinario
18,00 – Def. Tranci Sandro, Def.ti Famiglia Costantini
Offerte : Per opere parrocchiali € 680 ricavati dalla vendita degli oggetti di Natale.
SANTA LUCIA
GIOVEDI’ 16 Gennaio
17,00 – Santa Messa
DOMENICA 19 Gennaio – II del Tempo Ordinario
9,45 – Santa Messa Def.ta Chiaredia Adelina