All’ombra di
Pietro
Il Signore risorto si fa presente ai suoi
nell’ora della sera (Giovanni 20,19-31), li libera dalla paura, li colma di
gioia. Quel Gesù che era stato con loro per le strade di Galilea e di
Gerusalemme ed era stato loro strappato via con l’inganno e con la forza,
finito su una croce, proprio Lui è il Vivente, la sorgente della vita.
La sua presenza rassicura i discepoli, li
invia, come Lui era stato inviato dal Padre, con il compito prima di tutto di
portare il perdono. E’ una presenza nuova eppure familiare, ancor più vicina e
forte, che stringe dei rapporti da persona a persona.
Tommaso, uno dei dodici, si era distaccato dal gruppo. Vi fa ritorno e
sperimenta, nell’abbraccio dei suoi, il Signore che lo accoglie con la
tenerezza di Chi per amore ha conosciuto il rifiuto e il disprezzo. All’amore
non mancherà mai nulla.
La fede è abbandono totale a Gesù e già essa stessa è il più chiaro
vedere. L’orizzonte improvvisamente si allarga: “Felici quelli che, senza aver
veduto, crederanno”.
Allontanata la paura, gli apostoli si
ritrovano tutti insieme sotto il Portico di Salomone, sul lato orientale del
tempio. Per le mani degli apostoli, segni e prodigi avvenivano in gran numero
nel popolo. Attraverso la loro dedizione, i
discepoli continuano l’opera di Gesù, facendo propri i suoi sentimenti,
nel suo nome: “Per il nome del tuo santo servo Gesù”.
Primo fra tutti, Pietro. Perché guariscano i
malati, è sufficiente che l’ombra di Pietro li copra e li raggiunga. Nelle
culture tradizionali l’ombra rappresenta l’anima di una persona. Uomini e donne
si avvicinano al Signore. Tutto il popolo esalta la grandezza di Dio . E’
passato del tempo, forse qualche decennio.
Giovanni si trova nell’isola di Patmos, nel
mar Egeo, verso le coste dell’Asia minore, a causa della parola di Dio e della
testimonianza di Gesù. Riceve l’ordine
di scrivere: “Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette
chiese”, le comunità che fanno riferimento a Giovanni, attorno ad Efeso.
Egli si serve del linguaggio apocalittico,
allora molto in voga, ma per capovolgerne il significato: la tribolazione
quella grande è già avvenuta, è alle nostre spalle, è la morte di Gesù; la
Risurrezione è l’inizio dei nuovi cieli e della nuova terra, l’inizio della
nuova creazione. Gesù è la stella del mattino.
Le sette chiese sono le sette lampade, la menoràh, simbolo d’Israele, che riprende vita e vigore nella diàspora, grazie alla presenza del Signore risorto, uno simile a figlio d’uomo: il suo volto è come il sole quando splende in tutta la sua potenza. “Io fui morto e sono il Vivente, per sempre”).
Questa visione è l’inizio e la conclusione
del libro. La storia del mondo e dell’uomo fin dagli inizi è la Rivelazione
(‘Apocalisse’ di Gesù). Tutta la Legge e i profeti avevano preannunciato e
preparato la sua venuta. Un abbraccio senza fine.
BUDOIA
MERCOLEDI’ 30 Aprile
Ore
9,30 Santa Messa
11,00 Def. Martin Armando ord.
Famiglia
DARDAGO
MARTEDI 29 Aprile S. Caterina da Siena Patrona d’Italia e d’Europa
ore 18,00 Def.ti Ponte Rita e Cozzi
Carlo
VENERDI’ 2 Maggio
Ore 20,30 – VEGLIA MARIANA
SABATO 3 Maggio
Ore 18,00 III di Pasqua
Def.ti
Ianna Alfredo, Angela e Chiara
Def.
Zambon Raffaele
Offerte : Pro Chiesa NN
20
SANTA LUCIA
GIOVEDI 1 Maggio
18,00 – Santa Messa
DOMENICA 4 Maggio
9,45 Santa Messa. Ricordo della defunta Moretto Caterina
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AVVISI COMUNI
In settimana si raccolgono i salvadanai
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Mese di Maggio, mese dedicato al Santo Rosario
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