NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO
Seconda domenica di quaresima: come ogni anno, la liturgia propone
il passo della trasfigurazione di Gesù; quest'anno, nel racconto di Marco
(9,2-10), comprendente una di quelle sue pittoresche annotazioni che rendono il
suo vangelo così vivace.
Gesù prende con sé gli apostoli Pietro, Giacomo e
Giovanni, li conduce su un monte, e davanti a loro si trasfigura, cioè cambia
aspetto; le sue vesti diventano splendenti: tanto che, annota Marco,
"nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche".
A
parte il peregrino confronto, l'episodio si arricchisce di momenti che lo
rendono denso di significati. Tra gli altri è di grande rilievo il
riconoscimento e il richiamo della voce che si ode: "Questi è il Figlio
mio, l'amato: ascoltatelo!"
Conviene poi puntare l'attenzione sulla frase
conclusiva: "Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad
alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto
dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire
risorgere dai morti".
Gesù dunque si trasfigura, mostrando ai tre la
propria immortale divinità; poi preannuncia la propria morte e risurrezione:
insomma la Pasqua. E' il mistero in cui si intrecciano la sua umanità e la sua
divinità, il mistero di un dono giunto sino a dare la vita per riscattare
l'uomo, tutti gli uomini, e consentire loro di giungere a Dio, a quel Dio che
riconosce Gesù come Figlio e che lo stesso Gesù ha poi insegnato essere, e
invocare, come il Padre nostro che sta nei cieli.
Un padre e il suo unico
figlio sono i protagonisti anche della prima lettura (Genesi 22,1-18). Siamo
alle origini del popolo d'Israele: al capostipite, Abramo, Dio ha promesso una
numerosa discendenza, pur se è ormai vecchio e senza figli. Pare realizzarla,
quando gliene concede uno, Isacco, sola via perché la promessa si compia;
perciò si può capire quale sia lo smarrimento di Abramo, quando Dio gli chiede
di offrirglielo in sacrificio.
Smarrimento, non per la richiesta di mettere a
morte il ragazzo: l'offerta anche dei propri figli alle divinità rientrava nei
costumi dell'epoca; per quanto dolorosa potesse essere la richiesta, Abramo
avrà pensato che il suo Dio non fosse in ciò diverso da quello degli altri
popoli. Ma proprio non ne capiva la logica: quale discendenza avrebbe avuto,
mettendo a morte quell'unico figlio?
Tuttavia la richiesta era inequivocabile,
ed egli obbedì. Prese il ragazzo, lo portò su un monte, eresse un altare,
afferrò il coltello e stava per colpire quando Dio lo fermò: "Non stendere
la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi
hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito. Perché hai fatto questo, io ti
colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le
stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare".
La discendenza
di Abramo è davvero numerosa: come loro capostipite lo riconoscono non solo gli
ebrei ma anche i musulmani (i quali lo chiamano "l'Amico di Dio") e
sul piano spirituale anche i cristiani (la liturgia cattolica lo chiama
"padre nella fede"). Ma la terribile prova cui egli fu sottoposto
aiuta a capire il sacrificio di Gesù: il Padre suo ha risparmiato il figlio di
Abramo, ma non ha risparmiato il proprio! Il mistero è tanto profondo da
rendere inadeguato ogni commento.
Lo fa per noi l'apostolo Paolo, nella seconda
lettura di oggi (Romani 8,31-34): "Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà
contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha
consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?"
Ogni cosa: e conoscendo l'apostolo di certo egli non intendeva cose come la
salute, i soldi, il successo e quant'altro può desiderare un uomo abituato a
camminare terra-terra. Dio, in virtù della Pasqua del suo Figlio, dona agli
uomini ogni cosa che vale davvero, perché non si esaurisce nel breve volgere
della vita terrena.
SANTE MESSE DELLA
SETTIMANA
A BUDOIA
MERCOLEDI’ della seconda settimana di Quaresima
9,30 DEFF.
CARLON DOMENICO, GIOVANNA E GIUSEPPE ord.
famiglia
VENERDI’ della
seconda settimana di Quaresima
17,00 MESSA PER INTENZIONE
PARTICOLARE
DOMENICA Terza di Quaresima
11,00 ANN. DEF. RIZZO ALBANO
OFFERTE Offrono per opere parrocchiali: N.N., €. 15; N.N., €. 40.
A DARDAGO
MARTEDI’ della seconda settimana di
Quaresima
17,00 DEF.TA
ZANUS FORTES NENSI ord. famiglia
GIOVEDI’ della seconda settimana di
Quaresima
17,00 DEF.TA ZAMBON LINDA MAO
SABATO Terza Domenica di Quaresima
18,00 ANN. DEF. ZAMBON PIETRO
BISO
DEFF. GIOACHIN ANDREA E NINA
OMENICA Terza di Quaresima
18,00 DEFF. JANNA ALFREDO,
ANGELA E CHIARA
MESSA PER LE COMUNITA’ PARROCCHIALI
A SANTA LUCIA
LUNEDI’ della seconda settimana di Quaresima
17,00 MESSA PER INTENZIONE PARTICOLARE
DOMENICA Terza di Quaresima
10,00 ANN. DEF. CARNIEL LIDO
ord. sorella Elena
ANN. DEF.TA SCANDOLO ALBA IN BESA
DEF.TE CARDUCCI MADDALENA E VILLANI
GIULIA
AVVISI COMUNI
PRIMO
VENERDI’ DEL MESE
Venerdì prossimo 2 marzo è il primo venerdì del mese. Passerò a portare
la Comunione nelle case.
APPUNTAMENTI QUARESIMALI
VIA CRUCIS
QUARESIMALE
Ogni venerdì di quaresima la pia pratica
della via Crucis avrà luogo:
a Santa Lucia alle ore 16
a Budoia alle ore 16,30 seguita dalla S.
Messa alle ore 17
a Dardago alle ore 18
CARITA’ QUARESIMALE
Durante la Santa Quaresima sono proposte due
iniziative:
-
La cassetta del pane per amor di Dio in
favore delle nostre Missioni nel mondo. Si prendono in Chiesa e si riconsegnano
piene (e non con 50 centesimi) durante il triduo pasquale in Chiesa.
-
Prodotti alimentari non degradabili per le
famiglie povere da consegnare negli appositi cesti in Chiesa
OPERE PENITENZIALI
Ogni venerdì di Quaresima è giorno di
astinenza dai cibi particolarmente prelibati.