Signore nostro,
vieni!
Il profeta Ezechiele, sacerdote
esiliato a Babilonia, per tre anni aveva taciuto. Quando gli giunge la notizia
che Gerusalemme era caduta in mano ai Babilonesi, riprende a parlare.
Il primo discorso di consolazione
è l’allegoria del pastore, che Gesù riprenderà ampiamente a suo tempo:
Ecco, Io stesso
cercherò le mie pecore e ne avrò cura.
Le ricondurrò nella
loro terra e le farò pascolare sui monti di Israele.
Io stesso
condurrò le mie pecore al pascolo e Io le farò riposare
Susciterò un
pastore che le pascoli, Davide mio servo.
Manderò la
pioggia a tempo opportuno
ed esse saranno
una benedizione (Ezechiele,
34).
Il Signore, viene lui a
riprendersi le sue pecore, sta loro vicino, le conosce per nome, ad una ad una,
parla al loro cuore, lo rassicura.
Poi manderà loro uno come Davide,
che prima di diventare re era stato pastore a Betlemme, mentre imparava a
suonare la cetra.
Gesù è sul monte degli Olivi
nell’imminenza della Pasqua, circondato dai discepoli, e ha per loro un
pensiero di grande tenerezza: l’ultima parabola, che è come una profezia.
Respinti e perseguitati, come
Gesù, dalle guide religiose d’Israele, essi saranno accolti dalle altre
nazionalità, dai popoli della terra.
A coloro che li accoglieranno
porteranno la buona notizia, una vita e gioia senza fine. L’Agnello sarà loro
pastore e, con Lui, quanti appartengono alla compagnia dell’Agnello per
consentirgli di ricondurre al Padre il mondo intero.
Così San Francesco ha voluto
essere e ha chiamato i suoi frati minori, “i fratelli più piccoli” di Gesù e li
ha voluti “sottomessi ad ogni creatura per amore del Signore”: “Scrivi, frate
Leone, pecorella di Dio, questa è vera gioia”.
“Eccomi, Io e i figli che Dio mi
ha dato” (Lettera agli Ebrei 2,13), dice Gesù ritornando al Padre. E aggiunge
San Paolo: “Primo fiore Lui, l’Eletto, la primizia; subito dopo quelli che
appartengono a Lui al momento della sua venuta; poi la innumerevole schiera” (così si può tradurre la parola greca Télos,
che di solito traducono con “la fine”, ma può voler dire anche legione, nel
linguaggio militare a cui Paolo qui fa ricorso). Sono coloro che non hanno
conosciuto Gesù ma hanno seguito la legge del cuore.
Come l’indio errante della
favola (le fiabe del gran Chaco e della pampa) ha riportato al suo popolo
l’autunno, con l’aria mite, le nuvole chiare e i suoi colori, così Gesù porta
Dio al mondo, “finché Dio sarà tutte le cose in tutti”.
*(Commento del
diac. Silvano Scarpat)
Sante Messe dal 23 al 29 novembre
A BUDOIA
MERCOLEDÌ
9,30 – Santa Messa
DOMENICA – I di Avvento
11,00 – Def.ti
Vettor Martino e Umberto, Dotto Tullio (anniv.)
Carlon Giobatta Ros e Maria, Puppin Emilio.
OFFERTE: Pro Chiesa, NN € 40, Bocus
Andreazza Bruna € 40
A DARDAGO
MARTEDÌ
17,00 – Def.ti Famigliari Bortolini Igino
SABATO – I di Avvento
18,00 – Def.ti
Zambon Pietro e Santa Sartorel,
Celant Francina e
Kobylina Katia.
DOMENICA – I di Avvento
11,00 –
Def.ti Ianna
Angelo e Carlon Vincenza;
Sandrin Emilio e Batistuzzi Lucia
OFFERTE: In mem.di Igino Bortolini, NN €40,
Famiglia Zambon Fabrizio Sartorel €30
A SANTA LUCIA
DOMENICA – I di
Avvento
10,00 – Def. Don Nilo Carniel ord. dalla
Sorella Elena
OFFERTE: € 500 in m
emoria di don Nillo dalla la sorella Elena
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DOMENICA 29 Novembre
GIORNATA DEL SEMINARIO DIOCESANO
nel suo CENTENARIO A
PORDENONE
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Madonna della Salute
Anche se la pandemia in atto non ci permette
di effettuare la tradizionale processione con la statua della Madonna della
Salute, imploriamo la nostra Madre Celeste affinché ci assista in questo
momento particolare.
O Vergine della Salute, Madre del vero Dio e
Madre della Chiesa!
Tu, che manifesti la tua bontà e benevolenza
per tutti coloro che ricorrono alla tua protezione, ascolta la nostra preghiera
e presentala al tuo figlio Gesù.
In questo tempo particolarmente difficile, Ti
consacriamo la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie, le nostre
infermità e i nostri dolori.
Proteggi le nostre famiglie affinché restino
unite e benedici i nostri figli.
Tutto affidiamo alle tue cure, perché sei la
Madre nostra e la nostra Speranza. Amen.