Le ragazzine avvedute *
Il primo grande discorso di Gesù,
sulle colline della Galilea, (Matteo 5-7) inizia con un annuncio gioioso, “le
beatitudini”; l’ultimo (Matteo 23-25) ha inizio nel tempio con un avvertimento
pressante – un grido – di Gesù alle autorità e alle guide religiose d’Israele:
“guai a voi, scribi e farisei ipocriti”, ripetuto sette volte.
Poi Gesù abbandona il tempio e
raduna il piccolo gruppo dei discepoli sul monte degli Olivi, di fronte alla
città santa, ad est. Li incoraggia e li invita alla vigilanza, anche con alcune
parabole.
Parla ancora di una festa di
nozze, un matrimonio di lusso (Matteo 25,1-13): sono presenti anche dieci
damigelle d’onore, con le fiaccole, per accogliere lo sposo nella notte. Lo
sposo tarda e le ragazzine si addormentano. Quando a notte fonda arriva lo
sposo, solo cinque possono andargli incontro con le fiaccole accese e
partecipare alla festa, quelle avvedute, che avevano portato con sé anche una
provvista d’olio.
Le altre ragazzine, quelle
imprevidenti, rappresentano le autorità religiose, i sapienti (Matteo 23), che
non hanno capito la lentezza, la grandezza d’animo del loro Dio “che ha
pazienza verso di noi perché non vuole che alcuno si perda” (II lettera di
Pietro 3,9). Gesù, il Figlio, si è fermato ad ascoltare, consolare, guarire, ha
trascorso notti in preghiera, si è fermato in casa di amici, è andato a cercare
la pecorella che si era perduta.
(“E’ il tempo che hai perduto
per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”.
“E’ il tempo che ho perduto
per la mia rosa…”, sussurrò il piccolo principe per ricordarselo).
I grandi non l’hanno capito.
Lo sposo viene “a metà della
notte”, come nella prima Pasqua dell’uscita dall’Egitto, quando tutte le
speranze sembravano ormai spente.
La parabola termina con un invito
alla vigilanza: “State svegli!”, dice Gesù ai discepoli. “Rimanete
qui e state svegli, fatemi compagnia” (Matteo 26,38), ripeterà ai suoi
nell’imminenza della passione. “Dio, che davvero non ebbe riguardo nemmeno
per il suo proprio figlio e per il vantaggio di tutti noi lo consegnò al suo
destino, sicuramente ci donerà per amore insieme con lui anche tutte le cose”
(Lettera ai Romani 8, 32).
Allo stesso modo S. Paolo
rassicura anche la giovane comunità di Tessalonica che ha fondato e poi in
fretta abbandonato. Essi hanno in Gesù una fede così viva che stentano ad
accettare che chi crede in Lui possa morire. Paolo scrive per rassicurarli: non
c’è vera morte per chi si affida a Gesù; Egli verrà, gli andremo incontro
insieme, sia quelli che sono morti sia noi che saremo ancora in vita. Il
Signore viene sempre e solo per dare Vita. “E staremo sempre in compagnia
del Signore” (I Lettera ai Tessalonicesi 4,13-18). La cosa che più conta è
stare con Lui.
“Dio grande e misericordioso allontana ogni ostacolo nel
nostro cammino verso di te
perché, nella serenità del
corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio”
(Colletta).
9,30 – Santa Messa
11,00 – Asssociate Def.te del Rosario perpetuo.
D.ti Carlon Attilio, Onelia e Antonio
17,00 – Santa Messa
MERCOLEDÌ
15,00 – Santa Messa – Chiesetta di San Martino
18,00 – D.ti Vettor Ovidio, Busetti Santina e Zambon Achille.
11,00 – Def. Busnelli Carlo
A SANTA LUCIA
DOMENICA – XXXIII del Tempo Ordinario
10,00 – Def.ti Zamattio Lea ord. da Anita, PierAntonio Galiano e Vettor Elisa
AVVISI
Mercoledi 11 novembre: San Martino
Nella chiesetta dedicata al Santo si celebra la Santa Messa alle ore 15,00