Il
ritorno della cometa
SANTA LUCIA
Mentre l’opera di Giovanni ‘il battezzatore’ si avvia verso
la conclusione, Gesù fa ritorno in Galilea (Matteo 4,12-23). Però
abbandonò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao, che si trova sul mare di
Galilea. Da allora cominciò a fare la sua proclamazione, quella per cui era
venuto, con le stesse parole di Giovanni: Il Regno del cielo infinito ormai
è vicino, ha fatto irruzione, è qui. Ma l’accezione, il tono sono diversi.
Si avvicina ad alcuni pescatori, che aveva già incontrato presso il fiume Giordano, dove Giovanni battezzava. Sono Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. E’ Gesù che si reca da loro, nel loro ambiente, li chiama a due a due, coppie di fratelli.
E quelli andarono subito con Lui: non c’è tempo da perdere, è troppo bello quello che sta per iniziare, essi saranno la sua nuova famiglia, la casa di Pietro sarà la Sua casa.
Gesù insegna, a
partire dalle sinagoghe nella riunione del sabato; annuncia la buona notizia
del Regno che viene; si prende cura delle persone malate, ad una ad
una.
Il nome Galilea significa “curva dei popoli”, perché
è una regione caratterizzata da una popolazione mista di ebrei e non ebrei.
Il popolo immerso nelle tenebre vede una grande luce.
L’evangelista Matteo nel suo racconto utilizza spesso la Sacra Scrittura, specialmente il rotolo di Isaia.
In questa profezia, che è anche un inno di ringraziamento, ci si riferisce alle province del Nord, cadute sotto il dominio dell’Assiria (733 a.C.). Il profeta intravede nella loro liberazione un evento che riguarderà tutto Israele e coinvolgerà tutto il popolo.
Il culmine della gioia è l’annuncio della nascita di un bambino, dalla discendenza regale di Davide, quella che i re coalizzati volevano sopprimere. Ed è il segno che Dio è fedele alle sue promesse:
Un bambino per noi è nato, un figlio ci è stato dato.
Questa lettura è stata proclamata quasi per intero la notte di Natale.
San Paolo scrive ai cristiani di Corinto (anno 55): la buona
notizia in breve tempo ha raggiunto le più importanti città dell’impero.
Questa lettera, prima in ordine di importanza, sembra essere stata scritta dopo
la lettera dalle molte lacrime (II Corinti 2,4), severa ed appassionata,
andata perduta; e dopo la seconda, un capolavoro, tutte nel giro di pochi mesi.
In questa grande lettera tratta con franchezza dieci questioni importanti.
La prima riguarda le rivalità sorte all’interno del gruppo:
“Abbiate un unico pensiero”, quello di Gesù; non ciascuno il proprio pensiero, che crea divisioni e mette in primo piano chi lo annuncia. Il pensiero di Gesù unisce, è un pensiero bello, vero, gioioso, che libera, crea futuro e non si esaurisce mai.
“Il Signore – continua S. Paolo – non mi ha
mandato a battezzare ma a dare una buona notizia, senza accompagnarla con
sapienza di parola” (1 Corinti 1,10-17).
Il pensiero di Gesù è semplice, fa star bene chi lo ascolta,
illumina gli sguardi e riscalda il cuore.
Si avvicina ad alcuni pescatori, che aveva già incontrato presso il fiume Giordano, dove Giovanni battezzava. Sono Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. E’ Gesù che si reca da loro, nel loro ambiente, li chiama a due a due, coppie di fratelli.
E quelli andarono subito con Lui: non c’è tempo da perdere, è troppo bello quello che sta per iniziare, essi saranno la sua nuova famiglia, la casa di Pietro sarà la Sua casa.
Il popolo immerso nelle tenebre vede una grande luce.
L’evangelista Matteo nel suo racconto utilizza spesso la Sacra Scrittura, specialmente il rotolo di Isaia.
In questa profezia, che è anche un inno di ringraziamento, ci si riferisce alle province del Nord, cadute sotto il dominio dell’Assiria (733 a.C.). Il profeta intravede nella loro liberazione un evento che riguarderà tutto Israele e coinvolgerà tutto il popolo.
Il culmine della gioia è l’annuncio della nascita di un bambino, dalla discendenza regale di Davide, quella che i re coalizzati volevano sopprimere. Ed è il segno che Dio è fedele alle sue promesse:
Un bambino per noi è nato, un figlio ci è stato dato.
Questa lettura è stata proclamata quasi per intero la notte di Natale.
La prima riguarda le rivalità sorte all’interno del gruppo:
“Abbiate un unico pensiero”, quello di Gesù; non ciascuno il proprio pensiero, che crea divisioni e mette in primo piano chi lo annuncia. Il pensiero di Gesù unisce, è un pensiero bello, vero, gioioso, che libera, crea futuro e non si esaurisce mai.
SANTE MESSE
DAL 23 al 29/1/2023
BUDOIA
MERCOLEDI’ – 25 Gennaio – Conversione di San Paolo
09,30 – Santa Messa
09,30 – Santa Messa
DOMENICA – 29 Gennaio - IV del Tempo Ordinario
*** Benedizione delle Candele (Candelora)
DARDAGO
*** Benedizione delle Candele (Candelora)
MARTEDI’ – 24 Gennaio
18,00 – Def.ti Emanuele, Amabile e Paolo Marson
18,00 – Def.ti Emanuele, Amabile e Paolo Marson
SABATO – 28 Gennaio - IV del Tempo Ordinario
18,00 – Def.ti Sandrin Emilio, Battistuzzi Lucia,
Ermacora Luigi, Santa e Angela
*** Benedizione delle Candele (Candelora)
Offerte : N.N. € 40, 30, 10
18,00 – Def.ti Sandrin Emilio, Battistuzzi Lucia,
*** Benedizione delle Candele (Candelora)
GIOVEDI’ – 26 Gennaio
17,00 - Santa Messa
DOMENICA – 29 Gennaio IV del Tempo Ordinario
9,45 - Def.ti Zanolin Aurora, Zambon Rosa,
Fort Mario, Trevisanut Dirce,
Pagotto Angela
CANDELORA
La benedizione delle candele verrà effettuata:
Budoia Domenica 29 Gennaio – ore 11
Dardago Sabato 28 Gennaio – ore 18
Santa Lucia Giovedì 2 Febbraio – ore 17
17,00 - Santa Messa
9,45 - Def.ti Zanolin Aurora, Zambon Rosa,
CANDELORA
La benedizione delle candele verrà effettuata:
Budoia Domenica 29 Gennaio – ore 11
Dardago Sabato 28 Gennaio – ore 18
Santa Lucia Giovedì 2 Febbraio – ore 17