Al sorgere delle stelle
Sofonìa significa “il Signore protegge”. Figlio di un etiope,
è profeta a Gerusalemme tra il 640 e il 630 a.C., in un periodo di decadenza
religiosa, di violenza e ingiustizia. Solidarizza con i discendenti degli
israeliti del nord che avevano trovato rifugio a Gerusalemme dopo la caduta di
Samaria. Fa affidamento sugli strati umili della popolazione più che non sui
potenti:
Cercate il Signore, voi tutti, poveri del paese, che
eseguite i Suoi ordini.
Forse potrete essere al riparo…
“Da oltre i fiumi di Etiopia fino al settentrione
i miei devoti, i miei figli dispersi mi porteranno offerte”.
Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero,
confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele.
Il Signore, tuo Dio, danzerà di gioia per te,
ti rinnoverà con il suo amore (Sofonia, 2,3; 3,10-17).
Sofonia inaugura un movimento che si svilupperà dopo l’esilio, un resto che si affida incondizionatamente al Signore, a nome e vantaggio di tutto il popolo.
Il primo discorso riferito dall’evangelista Matteo, “il discorso della montagna”, inizia con un invito alla gioia – nove volte “beati” (in ebraico ashré) – rivolto da Gesù a coloro che lo cercano con un carico a volte non lieve di sofferenza e ai primi discepoli che iniziano a stare con lui (Matteo 5,1-12).
Sono nove piccole vie per una vita felice, sentieri che si aprono
inaspettatamente davanti ai nostri passi. Ce ne sono anche altri! Ognuno è prezioso, perché porta le impronte di Gesù.
“Felici quelli che lo Spirito fa essere poveri, perché appartiene ad essi il regno del cielo infinito.
Felici quelli che hanno compassione.
Felici quelli che si adoperano per fare pace.
Lo Spirito illumina, fa trovare le tracce; il Figlio è la strada, il cammino, la porta che conduce al Padre.
Gesù annuncia la vita nuova d’amore, qualcosa di bello e concreto che ci è dato già fin d’ora, anche in mezzo a contrasti e difficoltà.
Alla fine Gesù posa lo sguardo su quelli che gli stanno accanto:
“Siete felici, qualora veniste insultati e perseguitati per causa mia”.
Si passa dall’impersonale (essi) al personale (voi e io). In quest’ultima ‘felicitazione’ si raccolgono e convergono tutte le altre: nell’incontro con Gesù e nell’affidarsi a Lui.
Scrive san Paolo a quelli di Corinto, avviando una
digressione nel
discorso sulle rivalità che dividono il gruppo: Gesù è divenuto per noi sapienza inviata da Dio e perfezione e privilegiata purezza e riscatto.
Dio paradossalmente fa conto più sulla nostra debolezza che sulla forza: Egli ha scelto ciò che è debole nel mondo e così umilia ciò che è forte, ha scelto ciò che non è tenuto in considerazione.
(I Corinti 1,26-31).
BUDOIA
MERCOLEDI’ – 1 Febbraio
09,30 – Santa Messa
DOMENICA – 5 Febbraio - V del Tempo Ordinario
11,00 – Def.ti Bocus Lorenzo, Angelin Domenico, Carlon Elena
*** Benedizione della gola (San Biagio)
DARDAGO
Forse potrete essere al riparo…
“Da oltre i fiumi di Etiopia fino al settentrione
i miei devoti, i miei figli dispersi mi porteranno offerte”.
Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero,
confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele.
Il Signore, tuo Dio, danzerà di gioia per te,
ti rinnoverà con il suo amore (Sofonia, 2,3; 3,10-17).
Sofonia inaugura un movimento che si svilupperà dopo l’esilio, un resto che si affida incondizionatamente al Signore, a nome e vantaggio di tutto il popolo.
Il primo discorso riferito dall’evangelista Matteo, “il discorso della montagna”, inizia con un invito alla gioia – nove volte “beati” (in ebraico ashré) – rivolto da Gesù a coloro che lo cercano con un carico a volte non lieve di sofferenza e ai primi discepoli che iniziano a stare con lui (Matteo 5,1-12).
Sono nove piccole vie per una vita felice, sentieri che si aprono
inaspettatamente davanti ai nostri passi. Ce ne sono anche altri! Ognuno è prezioso, perché porta le impronte di Gesù.
“Felici quelli che lo Spirito fa essere poveri, perché appartiene ad essi il regno del cielo infinito.
Felici quelli che hanno compassione.
Felici quelli che si adoperano per fare pace.
Lo Spirito illumina, fa trovare le tracce; il Figlio è la strada, il cammino, la porta che conduce al Padre.
Gesù annuncia la vita nuova d’amore, qualcosa di bello e concreto che ci è dato già fin d’ora, anche in mezzo a contrasti e difficoltà.
Alla fine Gesù posa lo sguardo su quelli che gli stanno accanto:
“Siete felici, qualora veniste insultati e perseguitati per causa mia”.
Si passa dall’impersonale (essi) al personale (voi e io). In quest’ultima ‘felicitazione’ si raccolgono e convergono tutte le altre: nell’incontro con Gesù e nell’affidarsi a Lui.
discorso sulle rivalità che dividono il gruppo: Gesù è divenuto per noi sapienza inviata da Dio e perfezione e privilegiata purezza e riscatto.
Dio paradossalmente fa conto più sulla nostra debolezza che sulla forza: Egli ha scelto ciò che è debole nel mondo e così umilia ciò che è forte, ha scelto ciò che non è tenuto in considerazione.
SANTE MESSE
DAL 30 al 5/2/2023
MERCOLEDI’ – 1 Febbraio
09,30 – Santa Messa
11,00 – Def.ti Bocus Lorenzo, Angelin Domenico, Carlon Elena
*** Benedizione della gola (San Biagio)
MARTEDI’ – 31 Gennaio
17,00 – Def.ti Emanuele, Amabile e Paolo Marson
SABATO – 4 Febbraio - V del Tempo Ordinario
18,00 – Def.ti Calderone Enrico, Marton Gino, Zambon Angelo e
Adele (Pala), Ianna Alfredo,
Angela e Chiara
***
Benedizione della gola con il Reliquiario a braccio di San Biagio
Offerte : In memoria di Zambon Loris, dalla famiglia € 80 per opere parrocchiali.
17,00 – Def.ti Emanuele, Amabile e Paolo Marson
18,00 – Def.ti Calderone Enrico, Marton Gino, Zambon Angelo e
Offerte : In memoria di Zambon Loris, dalla famiglia € 80 per opere parrocchiali.
SANTA LUCIA
GIOVEDI’ – 2 Febbraio –
Presentazione Gesù al Tempio (Candelora)
17,00 - Santa
Messa
DOMENICA – 5 Febbraio - V del Tempo Ordinario
9,45 - Anniv.
Def. Soldà Bruna
SAN BIAGIO
BENEDIZIONE
DELLA GOLA
Budoia Domenica 5 Febbraio – ore 11
Dardago Sabato 4 Febbraio – ore 18 con il Reliquiario a braccio di San Biagio
Santa Lucia Giovedì 2 Febbraio Presentazione di Gesù al tempio
Festa
della Candelora – ore 17,00