In questo periodo di grave emergenza, seguendo le direttive delle autorità civili ed ecclesiastiche, le cerimonie della Settimana Santa e della S. Pasqua saranno celebrate nelle chiese parrocchiali in forma privata, senza la presenza dei fedeli.
Dopo i commenti alle letture, viene riportato il calendario delle celebrazioni.
Dopo i commenti alle letture, viene riportato il calendario delle celebrazioni.
Iniziamo oggi
la “grande settimana” in cui con tutta la Chiesa celebriamo i misteri della
passione, morte e risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Come il popolo
di Gerusalemme siamo invitati a sollevare i nostri rami, riconoscendo che il
Messia, così tanto atteso, è tra noi. Ma, subito dopo, anche a batterci il
petto, perché quel Gesù che si è donato a noi è anche il servo sofferente,
l’uomo della croce, che la nostra ingratitudine ha sottoposto ai tribunali
umani e alla condanna.
Osanna, Figlio
di Davide! Ricordati di noi, umile Servo del Signore! Donaci la vita e la
risurrezione, glorioso Figlio del Dio Altissimo!
I commenti alle letture sono a cura del Diacono Silvano Scarpat.
Il
Vangelo secondo Giovanni, che ci ha accompagnato nel cammino quaresimale con la
professione di fede della samaritana, del cieco risanato e degli amici di Gesù,
Marta, Maria e Lazzaro, ci guida ancora nella Settimana Santa, fino alla
Pasqua. La passione secondo Giovanni la si legge da tempo immemorabile il
Venerdì Santo: è la testimonianza, appassionata e lieve, del discepolo amato,
rimasto vicino a Gesù durante il processo, sotto la croce e fino al giardino
della sepoltura e del Risorto. Ci sono nel racconto di Giovanni frequenti
assonanze con il Cantico dei Cantici [Ct] (fatto conoscere,
recentemente, da Benigni, a modo suo), che gli ebrei leggono per la festa di
Pasqua e degli azzimi, festa di primavera.
Domenica
delle Palme
VANGELO (Mt21,1-11)
Quando furono vicini a Gerusalemme
e giunsero presso Betfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due
discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito
troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da
me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma
li rimanderà indietro subito”».Ora questo avvenne perché si compisse ciò che
era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te
viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia
da soma”.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro
Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi
si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla
strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada.
La folla che lo
precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa
da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il
profeta Gesù, da Nazaret di Galilea».
Commento:
Gesù,
profumato con il nardo prezioso di Maria di Betania (“mentre il mio re è
seduto al banchetto, il mio nardo effonde il suo profumo”, Ct 1,12) entra a Gerusalemme
cavalcando un asinello, acclamato dalla folla con rami di palma: “non aver
paura, Gerusalemme, guarda il tuo re che sta venendo seduto su un puledro
d'asina” (“il mio amato, eccolo, viene! Avanza per i monti, balza per le
colline”, Ct 2,8). Gesù appartiene a quella città santa, come quella
città santa gli appartiene: come il cristiano alla chiesa e la chiesa al
cristiano.
Giovedì
Santo
I
discepoli si ritrovano con Gesù ad una cena, nell'imminenza della Pasqua,
dentro la città santa. Ad un certo punto Gesù si alza da tavola e si mette a
lavare i piedi ai discepoli, gesto supremo di dedizione: “vi ho dato un
esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. E'
l'attestazione preziosissima dell'amore che il Signore ha per la Chiesa, santificandola
con la Parola e i Sacramenti (“come sono belli, nei calzari, i tuoi piedi,
figlia di stirpe regale”, Ct 7,2).
Gesù
lava i piedi anche a Giuda e gli offre il pane, come all'ospite di riguardo. A
questo punto, inaspettatamente, si rivela un altro discepolo, che aveva seguito
Gesù dall'inizio ma fino a quel momento non si era identificato: l'autore del
Vangelo, “il discepolo a cui Gesù voleva bene”, in cui ognuno si può
riconoscere. “Vi do un comando nuovo, che vi amiate a vicenda anche voi come
io vi ho amati”. “Io sono la strada quella vera, quella viva!” “uno
che mi ama, tiene l'occhio fisso al mio discorso e allora anche il Padre mio lo
amerà e verremo ad abitare in lui”.
E'
notte, la prima luna piena di primavera. Lasciano la casa della cena e si
dirigono verso il monte degli ulivi, dall'altra parte della città. Le viti
stanno mettendo i primi germogli (“ecco, è passato il freddo, nella nostra
terra sono comparse le gemme, le viti in fiore profumano”, Ct 2,11-13).
“Io sono la vite, voi i tralci”, dice Gesù. “Vi ho parlato così
perché esista in voi questa gioia - la mia, – che renderà completa la vostra”.
“La donna che deve partorire non è in allegria, perché è arrivato il suo
momento, ma quando ha fatto nascere il bambino non si ricorda più di quel
dolore, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. “Se al Padre
chiederete qualcosa nel mio nome, ve la darà, e così la vostra sarà una gioia
completa”.
Verso
la fine della strada, nella notte luminosa, Gesù si ferma, alza gli occhi al
cielo e prega: “Padre, il momento è venuto. Fa risplendere questo figlio
tuo, perché questo figlio faccia risplendere te... Questa è la vita che dura
per sempre: che conoscano te unico Dio vero e Gesù l'Eletto inviato da Te”.
Venerdì
Santo
Entrano
in un giardino, in un podere di ulivi, dove altre volte avevano passato la
notte. La passione del Signore inizia e termina in un giardino. All'arrivo di
Giuda, Gesù si consegna spontaneamente: “se cercate me, lasciate che questi
qui se vadano”. Così si avverava la parola detta da Lui: “di quelli che
mi hai dato non ho perduto nessuno”. Simon Pietro e l'altro discepolo,
Giovanni, seguono Gesù ed entrano nel palazzo del sommo sacerdote, perché
Giovanni era conosciuto.
Al
mattino Gesù, legato, viene mandato da Pilato, che attesta la sua innocenza e
vorrebbe liberarlo. Lo scontro tra Pilato e i giudei militanti e poi l'autorità
di Pilato dominano il resto della narrazione, ma a risplendere è soprattutto la
regalità di Gesù: “ecco il vostro re!” 'Bellezza completa e
irresistibile, forza d'amore, supremazia dei valori più alti'. Dice Gesù: “a
questo scopo io fui fatto nascere, con questo scopo sono venuto nel mondo, per
attestare la verità. Chiunque è dalla parte della verità dà ascolto alla mia
voce”.
Gesù
esce verso il calvario con il mantello regale e sulla testa la corona di spine,
abbracciando da sé la croce come un trofeo di vittoria.
Dalla
croce le parole più tenere, intensissime, rivolte da Gesù alla madre e al
discepolo: “donna, ecco il tuo figlio” e “figlio, ecco tua madre”.
Il discepolo, Giovanni, annota nella memoria e poi in un libro, a rischiarare i
secoli.
Sabato
Santo
Il
corpo di Gesù viene tolto dalla croce integro, senza alcuna frattura, preso in
consegna da persone amiche, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, cosparso di oli
profumati, mirra e aloe, senza misura e adagiato in un sepolcro nuovo nella
roccia, ancora in un giardino: “sono venuto al mio giardino, o mia sorella
sposa; ho colto la mia mirra e anche il mio profumo” Ct 5,1; “sei un
giardino sbarrato, mia sorella, mia sposa, un giardino sbarrato, una sorgente
sigillata... sei sorgente per i giardini, sei fonte d'acqua viva, che sgorga
scendendo dal Libano” Ct 4,12.15. Giovanni è presente ed annota.
Beata
Elisabetta Vendramini, fondatrice delle nostre suore, così si sentiva amata dal
Signore: “tu sei la mia figlia prediletta, in te ho trovato la mia
compiacenza”. E santa Teresa di Lisieux: “questa è la conoscenza di Dio:
accettare di essere amati”.
CERIMONIE DELLA SETTIMANA SANTA
I fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente
alla preghiera e alla meditazione, aiutandosi anche con le celebrazioni
trasmesse tramite radio e televisione.
Le
varie cerimonie verranno celebrate, in forma privata, da don Vito senza la presenza dei fedeli
Il giorno di Pasqua, alle ore 12,30, tutte le campane suoneranno a festa per annunciare che Cristo, nostra speranza, è risorto! ALLELUIA!!
Sabato,
4 aprile - (Prefestiva) Domenica delle Palme - Dardago
Domenica,
5 aprile - Domenica delle Palme - Budoia
Giovedì
Santo, 9 aprile - Dardago
Venerdì
Santo, 10 aprile - Budoia
Sabato
Santo, 11 aprile - Dardago
Domenica
di Pasqua, 12 aprile - Budoia
Lunedì dell’Angelo, 13 aprile - Santa Lucia
Lunedì dell’Angelo, 13 aprile - Santa Lucia
Il giorno di Pasqua, alle ore 12,30, tutte le campane suoneranno a festa per annunciare che Cristo, nostra speranza, è risorto! ALLELUIA!!
Sarà una Pasqua diversa, come dice il nostro Vescovo. Anche se le celebrazioni con la partecipazione del popolo sono sospese… lo Spirito è presente e ci suggerisce di riscoprire lo spirito della famiglia, in forza del quale le nostre case, per la presenza di Gesù sono una piccola Chiesa domestica.
Riscopriamo la gioia e la bellezza della
preghiera in famiglia!