venerdì 3 aprile 2020

Domenica, 5 aprile 2020 - Domenica delle Palme (A)





In questo periodo di grave emergenza, seguendo le direttive delle autorità civili ed ecclesiastiche, le cerimonie della Settimana Santa e della S. Pasqua saranno celebrate  nelle chiese parrocchiali in forma privata, senza la presenza dei fedeli.
Dopo i commenti alle letture, viene riportato il calendario delle celebrazioni.

Iniziamo oggi la “grande settimana” in cui con tutta la Chiesa celebriamo i misteri della passione, morte e risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Come il popolo di Gerusalemme siamo invitati a sollevare i nostri rami, riconoscendo che il Messia, così tanto atteso, è tra noi. Ma, subito dopo, anche a batterci il petto, perché quel Gesù che si è donato a noi è anche il servo sofferente, l’uomo della croce, che la nostra ingratitudine ha sottoposto ai tribunali umani e alla condanna.

Osanna, Figlio di Davide! Ricordati di noi, umile Servo del Signore! Donaci la vita e la risurrezione, glorioso Figlio del Dio Altissimo!

I commenti alle letture sono a cura del Diacono Silvano Scarpat.

Il Vangelo secondo Giovanni, che ci ha accompagnato nel cammino quaresimale con la professione di fede della samaritana, del cieco risanato e degli amici di Gesù, Marta, Maria e Lazzaro, ci guida ancora nella Settimana Santa, fino alla Pasqua. La passione secondo Giovanni la si legge da tempo immemorabile il Venerdì Santo: è la testimonianza, appassionata e lieve, del discepolo amato, rimasto vicino a Gesù durante il processo, sotto la croce e fino al giardino della sepoltura e del Risorto. Ci sono nel racconto di Giovanni frequenti assonanze con il Cantico dei Cantici [Ct] (fatto conoscere, recentemente, da Benigni, a modo suo), che gli ebrei leggono per la festa di Pasqua e degli azzimi, festa di primavera.

Domenica delle Palme

VANGELO (Mt21,1-11)
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Betfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”».Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada.
La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».

Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea».

Commento:
Gesù, profumato con il nardo prezioso di Maria di Betania (“mentre il mio re è seduto al banchetto, il mio nardo effonde il suo profumo”,  Ct 1,12) entra a Gerusalemme cavalcando un asinello, acclamato dalla folla con rami di palma: “non aver paura, Gerusalemme, guarda il tuo re che sta venendo seduto su un puledro d'asina” (“il mio amato, eccolo, viene! Avanza per i monti, balza per le colline”, Ct 2,8). Gesù appartiene a quella città santa, come quella città santa gli appartiene: come il cristiano alla chiesa e la chiesa al cristiano.

Giovedì Santo
I discepoli si ritrovano con Gesù ad una cena, nell'imminenza della Pasqua, dentro la città santa. Ad un certo punto Gesù si alza da tavola e si mette a lavare i piedi ai discepoli, gesto supremo di dedizione: “vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. E' l'attestazione preziosissima dell'amore che il Signore ha per la Chiesa, santificandola con la Parola e i Sacramenti (“come sono belli, nei calzari, i tuoi piedi, figlia di stirpe regale”, Ct 7,2).
Gesù lava i piedi anche a Giuda e gli offre il pane, come all'ospite di riguardo. A questo punto, inaspettatamente, si rivela un altro discepolo, che aveva seguito Gesù dall'inizio ma fino a quel momento non si era identificato: l'autore del Vangelo, “il discepolo a cui Gesù voleva bene”, in cui ognuno si può riconoscere. “Vi do un comando nuovo, che vi amiate a vicenda anche voi come io vi ho amati”. “Io sono la strada quella vera, quella viva!” “uno che mi ama, tiene l'occhio fisso al mio discorso e allora anche il Padre mio lo amerà e verremo ad abitare in lui”.
E' notte, la prima luna piena di primavera. Lasciano la casa della cena e si dirigono verso il monte degli ulivi, dall'altra parte della città. Le viti stanno mettendo i primi germogli (“ecco, è passato il freddo, nella nostra terra sono comparse le gemme, le viti in fiore profumano”, Ct 2,11-13). “Io sono la vite, voi i tralci”, dice Gesù. “Vi ho parlato così perché esista in voi questa gioia - la mia, – che renderà completa la vostra”. “La donna che deve partorire non è in allegria, perché è arrivato il suo momento, ma quando ha fatto nascere il bambino non si ricorda più di quel dolore, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. “Se al Padre chiederete qualcosa nel mio nome, ve la darà, e così la vostra sarà una gioia completa”.
Verso la fine della strada, nella notte luminosa, Gesù si ferma, alza gli occhi al cielo e prega: “Padre, il momento è venuto. Fa risplendere questo figlio tuo, perché questo figlio faccia risplendere te... Questa è la vita che dura per sempre: che conoscano te unico Dio vero e Gesù l'Eletto inviato da Te”.

Venerdì Santo
Entrano in un giardino, in un podere di ulivi, dove altre volte avevano passato la notte. La passione del Signore inizia e termina in un giardino. All'arrivo di Giuda, Gesù si consegna spontaneamente: “se cercate me, lasciate che questi qui se vadano”. Così si avverava la parola detta da Lui: “di quelli che mi hai dato non ho perduto nessuno”. Simon Pietro e l'altro discepolo, Giovanni, seguono Gesù ed entrano nel palazzo del sommo sacerdote, perché Giovanni era conosciuto.
Al mattino Gesù, legato, viene mandato da Pilato, che attesta la sua innocenza e vorrebbe liberarlo. Lo scontro tra Pilato e i giudei militanti e poi l'autorità di Pilato dominano il resto della narrazione, ma a risplendere è soprattutto la regalità di Gesù: “ecco il vostro re!” 'Bellezza completa e irresistibile, forza d'amore, supremazia dei valori più alti'. Dice Gesù: “a questo scopo io fui fatto nascere, con questo scopo sono venuto nel mondo, per attestare la verità. Chiunque è dalla parte della verità dà ascolto alla mia voce”.
Gesù esce verso il calvario con il mantello regale e sulla testa la corona di spine, abbracciando da sé la croce come un trofeo di vittoria.
Dalla croce le parole più tenere, intensissime, rivolte da Gesù alla madre e al discepolo: “donna, ecco il tuo figlio” e “figlio, ecco tua madre”. Il discepolo, Giovanni, annota nella memoria e poi in un libro, a rischiarare i secoli.

Sabato Santo
Il corpo di Gesù viene tolto dalla croce integro, senza alcuna frattura, preso in consegna da persone amiche, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, cosparso di oli profumati, mirra e aloe, senza misura e adagiato in un sepolcro nuovo nella roccia, ancora in un giardino: “sono venuto al mio giardino, o mia sorella sposa; ho colto la mia mirra e anche il mio profumo” Ct 5,1; “sei un giardino sbarrato, mia sorella, mia sposa, un giardino sbarrato, una sorgente sigillata... sei sorgente per i giardini, sei fonte d'acqua viva, che sgorga scendendo dal Libano” Ct 4,12.15. Giovanni è presente ed annota.
Beata Elisabetta Vendramini, fondatrice delle nostre suore, così si sentiva amata dal Signore: “tu sei la mia figlia prediletta, in te ho trovato la mia compiacenza”. E santa Teresa di Lisieux: “questa è la conoscenza di Dio: accettare di essere amati”.

CERIMONIE DELLA SETTIMANA SANTA

I fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente alla preghiera e alla meditazione, aiutandosi anche con le celebrazioni trasmesse tramite radio e televisione.

Le varie cerimonie verranno celebrate, in forma privata, da don Vito senza la presenza dei fedeli


Sabato, 4 aprile - (Prefestiva) Domenica delle Palme - Dardago
Domenica, 5 aprile - Domenica delle Palme - Budoia
Giovedì Santo, 9 aprile - Dardago
Venerdì Santo, 10 aprile - Budoia
Sabato Santo, 11 aprile - Dardago
Domenica di Pasqua, 12 aprile - Budoia
Lunedì dell’Angelo, 13 aprile - Santa Lucia

Il giorno di Pasqua, alle ore 12,30, tutte le campane suoneranno a festa per annunciare che Cristo, nostra speranza, è risorto! ALLELUIA!!

Sarà una Pasqua diversa, come dice il nostro Vescovo. Anche se le celebrazioni con la partecipazione del popolo sono sospese… lo Spirito è presente e ci suggerisce di riscoprire lo spirito della famiglia, in forza del quale le nostre case, per la presenza di Gesù sono una piccola Chiesa domestica.
Riscopriamo la gioia e la bellezza della preghiera in famiglia!