venerdì 24 aprile 2020

Domenica, 26 Aprile 2020 - III domenica di Pasqua (A)






Continuano le misure per contrastare il “coronavirus”. I fedeli non possono partecipare alle S. Messe.  Nel rispetto delle regole imposte dall'emergenza possiamo pregare nelle nostre case, piccole chiese domestiche.

Per chi ha fede,  il silenzio, la preghiera in famiglia, la penitenza e le opere di carità sono già un antidoto ai virus dell'indifferenza, dell'egoismo, dell'odio, del pensare solo a se stessi, frutti di satana, spirito del male.
Don Vito Pegolo

Di seguito sono riportati il brano del Vangelo di oggi e il commento che ci aiuta alla sua comprensione.
Vangelo: Lc 24,13-35
Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi
dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Un viandante sulla strada per Emmaus  (commento del diac. Silvano Scarpat)

Luca, ebreo della diaspora, medico ad Antiochia di Siria, conosceva non solo la lingua greca ma anche l'ebraico e le tradizioni ebraiche: quasi certamente aveva studiato a Gerusalemme e vi ritornava per le grandi feste, con l'amore struggente di chi vive lontano. Discepolo di San Paolo, ha scritto il Vangelo e, di seguito, gli Atti degli Apostoli, con dei racconti di grande bellezza: alcuni, come il vangelo di oggi, solo lui ce li ha tramandati.

Sempre in quel “primo giorno della settimana”- che per noi è la Domenica di Pasqua – due discepoli se ne stanno tornando da Gerusalemme in direzione di Emmaus, sulla strada verso il mare. Sono esperti di Scrittura Santa, hanno seguito anche la predicazione e le vicende di Gesù. Ma ora, con la sua morte, tutto è finito. Se ne tornano tristi. Provvidenzialmente un viandante si accosta a loro, fanno strada insieme. Con il suo aiuto, rilette con lui le Scritture Sante acquistano vita, ridanno speranza.
Quarant'anni fa', proprio come in questi giorni, ero anch'io in Terra Santa. Più ebreo che cristiano, seguivo come guida la seconda parte del libro di Isaia (il Libro della consolazione e il ritorno dall'esilio) e il Cantico dei Cantici. Quel cielo di Palestina, di un azzurro intensissimo, le colline in primavera, gli ulivi, i passeri: “Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che Egli contemplò ammirato con i suoi occhi umani ora sono pieni della sua presenza luminosa” (Laudato si', n. 100).
Arrivati ad Emmaus, sul far della sera, con la discrezione e il pudore che si ha nell'amicizia e nell'amore vero, quel viandante vorrebbe continuare la sua strada. “Rimani con noi perché si fa sera e il giorno già volge al tramonto”: lo costringono a fermarsi, ad entrare e a rimanere con loro. Lo riconoscono mentre spezza il pane, in quel gesto – antico come le montagne – dell'ospitalità e della condivisione, di Melchisedech nei confronti di Abramo, di Booz nei confronti di Rut, la moabita,(“accostati qui e mangerai dal pane e intingerai il tuo pezzo nell'aceto”. Booz le porse grano abbrustolito e lei mangiò e si saziò e ne lasciò d'avanzo), del pescatore sulla spiaggia. Dio, pellegrino sulle nostre strade.
“Lo riconobbero, ed egli divenne invisibile per loro”. Non lo vedono più, ma il Signore rimane con loro, così che nella notte riprendono il cammino per tornare a Gerusalemme, dagli apostoli, che non li badano più di tanto; ritornano alla Chiesa, fanno la loro parte.
Uno dei due, quello che parla a lungo all'inizio, si chiama Cleopa. Ma l'altro, chi è? Strano che Luca, preciso com'è non si sia informato e non ce lo dica. Facile: l'altro discepolo è lui, Luca, il rabbino conquistato da Gesù, ebreo della diaspora con la nostalgia di Gerusalemme nel cuore, compagno di San Paolo nella diffusione del Vangelo fino alle estremità della terra. Scriverà la storia delle origini cristiane, dal concepimento di Giovanni il Battista fino all'arrivo di San Paolo a Roma: “il caro medico”, “Luca,egli solo è con me” scrive San Paolo nelle lettere dal Carcere. Luca si nasconde, ma quei suoi racconti “nello Spirito di Gesù” ci riscaldano il cuore.

Immagine:
La Cena in Emmaus: Michelangelo Merisi - Caravaggio. Pinacoteca di Brera, Milano. Illustra l'episodio del Vangelo di Luca (Lc 24,13-35).