LETTERA PASQUALE DEL PARROCO
Ai Parrocchiani di:
BUDOIA
DARDAGO
SANTA
LUCIA
e
a tutti gli amici
Carissimi
vi invio questa lettera, dato che non verrà pubblicato il numero di Pasqua della
rivista parrocchiale L’Artugna. Vuole essere il segno della mia vicinanza nella
preghiera e nell’affetto a voi in questo
momento di sofferenza e di difficoltà e un augurio per questa festa che
celebreremo anche se in tono minore. La Pasqua è la festa cristiana per
eccellenza.. La prima delle feste perché ci annuncia che il Cristo è risorto.
Come possiamo però, in questo tempo, accorgerci della risurrezione? Siamo tutti
afflitti e spaventati da questa terribile epidemia che si sta diffondendo a
vista d’occhio. E anche se ne vediamo l’utilità, siamo preoccupati e forse
anche contrariati per tante misure di sicurezza che ci
vengono imposte. Ricordo
da piccolo quando i nonni mi dicevano: “Mille e non più mille” o “quando le
boteghe se tocarà el mondo finirà”. Certo dal 2000 sono già passati 20 anni e
le botteghe si sono sempre più moltiplicate e il mondo non è finito. Ma nelle
parole semplici ed illetterate dei nostri vecchi, leggo una saggezza antica
informata da quel testo sacro che, anche se non letto e approfondito, dato il
diffuso analfabetismo e la pratica più della stalla che del libro, era iscritto
nel cuore e nella mente dalla pratica religiosa e dal povero catechismo. Una
saggezza che, in questa situazione drammatica che stiamo vivendo, si è incaricato
un piccolissimo ed invisibile, all’occhio dell’uomo, virus, di ricordarci. Abbiamo
costruito una società a prescindere da Dio, la corsa al guadagno, la smania del
divertimento, la follia del rincorrere la carriera, l’autorealizzazione,
l’apparire superiori, belli, in forma, calpestando anche le teste di chi più ci
è vicino. La plurimillenaria tentazione di chi sa bene come farci cadere. Se
prendiamo in mano le Scritture e, adesso tempo ne abbiamo a iosa, possiamo
scoprire tutto questo dalle prime pagine: da quella mano tesa a raccogliere il
frutto proibito (Gn.3, 1 – 16), da quella torre costruita a Babele (Gn. 11, 1 –
9), da quel dialogo forte e duro avvenuto nel deserto tra Gesù e il tentatore
(Mt.4, 1 – 11), alle ultime pagine: alla caduta di Babilonia la grande (Ap. 17
e 18). Sempre il tentatore si è dato da fare per far cadere l’uomo nel male e,
il più delle volte, ci è riuscito. E l’uomo ne ha pagato le conseguenze. Ora
ecco il campanello d’allarme, il piccolissimo e invisibile ma potente virus che
ci fa stare chiusi in casa, che svuota le nostre strade, che ci obbliga a stare
a un metro l’uno dall’altro, che chiude negozi e centri produttivi, che fa
crollare le borse, che ci fa… morire soli in un letto d’ospedale. Ecco la baldanza
dell’uomo accontentata! Il messaggio della Quaresima: ricordati che sei polvere
e in polvere ritornerai. Senza Dio non sei nulla, solo polvere. Senza Dio nulla
di stabile puoi costruire. In tempi passati questo virus si sarebbe chiamato
castigo di Dio. Oggi la teologia ha compreso meglio che Dio non castiga ma ci
richiama, magari anche pesantemente, per il nostro bene, Come fanno un papà,
una mamma quando il figlio recalcitra e non vuol saperne di comportarsi bene.
Il Signore permette il male per richiamarci al nostro vero bene. E di fronte a
Lui non ci sono telefoni azzurri che tengano, perché lui vuole salvarci, non usare
violenza gratuita. Per questo ha mandato il suo Figlio prediletto nel mondo, a
morire per i nostri peccati, Ha permesso che Lui soffrisse l’acerbissima
passione per noi. Ma Cristo è risorto, è risorto per noi, perché anche noi
risorgessimo con Lui. E’ questo l’annuncio della Pasqua. Hallelujah Cristo è
veramente risorto. Per questo in quella notte le campane suonano a distesa. E’ un
invito a risorgere con Lui. Ha vinto il leone della tribù di Giuda. Satana è
sconfitto. Il Cristo Risorto darà la capacità alla medicina umana di trovare
l’antidoto giusto contro il virus. Il male sarà sconfitto e noi potremo
riabbracciarci ma non dovremo dimenticare questa dura esperienza. Dovremo
abbandonarci all’Amore del Signore, per lasciarci condurre da Lui. Avrei
desiderato rientrare in questi giorni per stare con voi e con voi pregare e
sperare, ma, purtroppo mi è impedito il rientro. Nell’attesa vi ricordo all’Amore
Misericordioso e alla Beata Speranza di Gesù e voi affidatemi all’Assunta, a
Sant’Andrea e ai Santi Giuseppe e Lucia.
Don
Maurizio Busetti .