venerdì 10 aprile 2020

LETTERA PASQUALE DEL PARROCO


 LETTERA PASQUALE DEL PARROCO

Ai Parrocchiani di:
BUDOIA
DARDAGO
SANTA LUCIA
e a tutti gli amici                            

Carissimi vi invio questa lettera, dato che non verrà pubblicato il numero di Pasqua della rivista parrocchiale L’Artugna. Vuole essere il segno della mia vicinanza nella preghiera e nell’affetto a voi  in questo momento di sofferenza e di difficoltà e un augurio per questa festa che celebreremo anche se in tono minore. La Pasqua è la festa cristiana per eccellenza.. La prima delle feste perché ci annuncia che il Cristo è risorto. Come possiamo però, in questo tempo, accorgerci della risurrezione? Siamo tutti afflitti e spaventati da questa terribile epidemia che si sta diffondendo a vista d’occhio. E anche se ne vediamo l’utilità, siamo preoccupati e forse anche contrariati per tante misure di sicurezza che ci
vengono imposte. Ricordo da piccolo quando i nonni mi dicevano: “Mille e non più mille” o “quando le boteghe se tocarà el mondo finirà”. Certo dal 2000 sono già passati 20 anni e le botteghe si sono sempre più moltiplicate e il mondo non è finito. Ma nelle parole semplici ed illetterate dei nostri vecchi, leggo una saggezza antica informata da quel testo sacro che, anche se non letto e approfondito, dato il diffuso analfabetismo e la pratica più della stalla che del libro, era iscritto nel cuore e nella mente dalla pratica religiosa e dal povero catechismo. Una saggezza che, in questa situazione drammatica che stiamo vivendo, si è incaricato un piccolissimo ed invisibile, all’occhio dell’uomo, virus, di ricordarci. Abbiamo costruito una società a prescindere da Dio, la corsa al guadagno, la smania del divertimento, la follia del rincorrere la carriera, l’autorealizzazione, l’apparire superiori, belli, in forma, calpestando anche le teste di chi più ci è vicino. La plurimillenaria tentazione di chi sa bene come farci cadere. Se prendiamo in mano le Scritture e, adesso tempo ne abbiamo a iosa, possiamo scoprire tutto questo dalle prime pagine: da quella mano tesa a raccogliere il frutto proibito (Gn.3, 1 – 16), da quella torre costruita a Babele (Gn. 11, 1 – 9), da quel dialogo forte e duro avvenuto nel deserto tra Gesù e il tentatore (Mt.4, 1 – 11), alle ultime pagine: alla caduta di Babilonia la grande (Ap. 17 e 18). Sempre il tentatore si è dato da fare per far cadere l’uomo nel male e, il più delle volte, ci è riuscito. E l’uomo ne ha pagato le conseguenze. Ora ecco il campanello d’allarme, il piccolissimo e invisibile ma potente virus che ci fa stare chiusi in casa, che svuota le nostre strade, che ci obbliga a stare a un metro l’uno dall’altro, che chiude negozi e centri produttivi, che fa crollare le borse, che ci fa… morire soli in un letto d’ospedale. Ecco la baldanza dell’uomo accontentata! Il messaggio della Quaresima: ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai. Senza Dio non sei nulla, solo polvere. Senza Dio nulla di stabile puoi costruire. In tempi passati questo virus si sarebbe chiamato castigo di Dio. Oggi la teologia ha compreso meglio che Dio non castiga ma ci richiama, magari anche pesantemente, per il nostro bene, Come fanno un papà, una mamma quando il figlio recalcitra e non vuol saperne di comportarsi bene. Il Signore permette il male per richiamarci al nostro vero bene. E di fronte a Lui non ci sono telefoni azzurri che tengano, perché lui vuole salvarci, non usare violenza gratuita. Per questo ha mandato il suo Figlio prediletto nel mondo, a morire per i nostri peccati, Ha permesso che Lui soffrisse l’acerbissima passione per noi. Ma Cristo è risorto, è risorto per noi, perché anche noi risorgessimo con Lui. E’ questo l’annuncio della Pasqua. Hallelujah Cristo è veramente risorto. Per questo in quella notte le campane suonano a distesa. E’ un invito a risorgere con Lui. Ha vinto il leone della tribù di Giuda. Satana è sconfitto. Il Cristo Risorto darà la capacità alla medicina umana di trovare l’antidoto giusto contro il virus. Il male sarà sconfitto e noi potremo riabbracciarci ma non dovremo dimenticare questa dura esperienza. Dovremo abbandonarci all’Amore del Signore, per lasciarci condurre da Lui. Avrei desiderato rientrare in questi giorni per stare con voi e con voi pregare e sperare, ma, purtroppo mi è impedito il rientro. Nell’attesa vi ricordo all’Amore Misericordioso e alla Beata Speranza di Gesù e voi affidatemi all’Assunta, a Sant’Andrea e ai Santi Giuseppe e Lucia.





 Don Maurizio Busetti           .