venerdì 30 ottobre 2020

Domenica, 1 novembre 2020. Anno 10 n. 49 - Tutti i Santi

 

Santi della terra

Una splendida icona custodita nel Museo di San Giorgio dei Greci a Venezia raffigura San Giovanni l'evangelista che ha appena finito di scrivere l'apocalisse ed inizia la dettatura del Vangelo, nell'isola di Patmos verso l'anno 70. Gerusalemme era assediata dagli eserciti romani; Giovanni scrive una profezia di consolazione. Mentre scrive, giunge la notizia che la città santa è stata presa e la menorah, il candelabro d'oro a sette braccia portato a Roma come trofeo. Giovanni invia lo scritto a sette chiese dell'Asia minore, cominciando da Efeso: sono esse la nuova menorah, vivente.


Ma c'è anche un Israele fedele, “i centoquarantaquattromila segnati provenienti da ogni tribù dei figli di Israele”, le dodici porte, come perle preziose, per entrare nella Gerusalemme quella nuova.
“E poi vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare”: Giovanni profetizza ciò che poi è avvenuto, che i cristiani avrebbero raggiunto ogni angolo della terra, i discepoli dell'Agnello, quelli che hanno origine “dalla tribolazione quella grande” che è la morte di Gesù. La nostra preghiera sale incessante, giorno e notte, in ogni lingua al Dio vivente.
L'Agnello – un agnellino, che è la primizia e la felicità del gregge – è loro pastore e li guida alla sorgente viva delle acque” la santa Trinità. Dio con un gesto tenerissimo, come fa una mamma con i propri bambini, asciuga ogni lacrima dai nostri occhi (Apocalisse 7,1-17).

Il Vangelo (Matteo 5,1-12) ci riporta ai promettenti inizi della predicazione di Gesù in Galilea. Le folle lo cercano portando con sé malati di ogni tipo, i discepoli gli sono vicini: Gesù, sulla montagna, li istruisce. Per ognuno traccia un percorso, partendo da situazioni e livelli diversi. C'è chi soffre e chi è assillato dalla perfezione; chi ha un animo mite, chi sa aver compassione, chi procura la pace, chi viene osteggiato perché tende ad un ideale sublime. Ci sono quelli che hanno il cuore libero e quelli che lo Spirito fa essere poveri: “appartiene ad essi il regno del cielo infinito”. Per ciascuno, già fin d'ora, c'è la possibilità di una vita felice. Poi guardando negli occhi i discepoli Gesù è preso dall'emozione: “Se un giorno per causa mia avrete da soffrire, felici voi!”.
 
“Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre, così che ricevemmo il nome di figli di Dio, e lo siamo realmente”, scrive ancora Giovanni. Viviamo nell'attesa dell'apparire del volto di Gesù e questa speranza in Lui è come un fuoco che ci illumina e riscalda (Prima lettera di Giovanni 3,1-3).
Era tradizione trascorrere la sera del primo novembre in famiglia, vicino alla stufa della cucina con le castagne arrostite e il vino nuovo, mentre le campane suonavano tutta la notte invitando alla preghiera e alla speranza per tutti; ed eravamo certi – e lo siamo – che il Signore tra quei “beati” del Vangelo, santi sulla terra, aveva tenuto presenti anche noi.
 
(Commento del diac. Silvano Scarpat)


Sante Messe dal 2 all’8  novembre

A  BUDOIA
 
LUNEDI – COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
11,00 – In chiesa: Santa Messa
 
MERCOLEDÌ
9,30 Santa Messa
 
DOMENICA – XXXII del Tempo Ordinario
11,00  Def.ti Carlon Ferdinando, Signora Giovanni Battista
                        Marcolin Alessandro


A  DARDAGO
 
LUNEDI – COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
18,00 – In chiesa: Santa Messa. Per i defunti della Pieve
                               Def. Poletti Marco
MARTEDÌ 
17,00 –  Santa Messa
   
 SABATO – XXXII del Tempo Ordinario
18,00 –  Def.ti Zambon Giovanni, Claudia, Maria
 
DOMENICA – XXXII del Tempo Ordinario
11,00   Def. Zambon Sergio Momoleti (Benefattore)
 

 
A  SANTA LUCIA 
 
LUNEDI – COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
10,00 – In chiesa: Santa Messa
               Def.ti Carniel don Nilo ord. sorella Elena
                       Bragaggia Antonia
 
DOMENICA – XXXII del Tempo Ordinario
10,00   Def.ti don Elio Besa   (Anniv.) – Carli Enrico
                        Busetti Angela  (Anniv.)