C’era una
volta un re
Un altro modo per indicare la familiarità di Dio
con gli uomini è il mangiare insieme, la convivialità che, con il
motivo del vino, si congiunge al simbolo della vite e all’amore.
A tutti i popoli il Signore dell’universo va apparecchiando su questa rupe - la rocca di Sion, Gerusalemme - un banchetto di saporite vivande, una festa con vini eccellenti.
Condividere la mensa è garanzia di perdono, protezione e pace.
A partire da questa rupe Egli farà dileguare la coltre che avvolge il mondo intero e asciugherà le lacrime sul viso di ognuno.
Questo è il Signore da noi atteso: rugiada di luce è la Tua rugiada (Isaia 25,6-19).
Sembra trattarsi di un inserto (capitoli 24 – 27) tardivo, che si inserisce bene nel rotolo e nel pensiero del grande Isaia.
Una terza parabola (Matteo 22,1-14) Gesù rivolse, nel tempio, ai capi dei sacerdoti e ai farisei, dopo quelle della vigna.
C’era una volta un re, che regnava su un vasto territorio. Egli aveva un unico figlio. Quando venne, per il figlio, il tempo delle nozze, il re organizzò una grande festa e un sontuoso banchetto: si trattava dell’erede al trono.
Mandò l’invito ai vassalli del regno, ma quelli lo respinsero e si ribellarono apertamente. Repressa la rivolta, il re invitò altri, sia gente malvagia sia gente buona, e così quel banchetto di nozze fu affollatissimo.
Ma quando il re entrò per salutare ad uno ad uno i commensali, trovò uno che indossava il vestito di tutti i giorni: non aveva compreso quale grande dignità il re gli riconosceva, chiamandolo amico e stringendo un patto con lui.
“Essere sostenuti da un grande amore e da una Rivelazione non è un peso, ma sono ali: ed è bello essere cristiani” (Benedetto XVI).
Imbandirai per me una tavola sotto gli occhi del mio nemico,
mi ungerai la testa di profumi, la casa del Signore sarà mia per lo scorrere degli anni.
Nella seconda parte del Salmo 22/23, il Signore è l’Ospite che ci accoglie nella sua tenda, sotto la sua protezione, sottraendoci ad ogni paura.
Sul finire della Lettera ai Filippesi, come una conclusione, San Paolo li ringrazia, a suo modo, per quanto hanno fatto per lui, per l’aiuto che non gli hanno mai fatto mancare: “Io ho imparato a bastare a me stesso nelle situazioni in cui mi trovo: a tutto riesco, nella persona di Chi mi rende capace…
Non che io tenga al dono, ma tengo a questi frutti, che sul vostro conto divengono immensi, profumo soave, sacrificio graditissimo a Dio: l’amore è sempre un culto.
E il mio Dio soddisferà pienamente ogni vostra necessità con quella sua ricchezza splendida, nella persona di Gesù l’Eletto.
Saluti dai fratelli che sono con me. Saluti da tutti i privilegiati” (4,10-22).
A tutti i popoli il Signore dell’universo va apparecchiando su questa rupe - la rocca di Sion, Gerusalemme - un banchetto di saporite vivande, una festa con vini eccellenti.
Condividere la mensa è garanzia di perdono, protezione e pace.
A partire da questa rupe Egli farà dileguare la coltre che avvolge il mondo intero e asciugherà le lacrime sul viso di ognuno.
Questo è il Signore da noi atteso: rugiada di luce è la Tua rugiada (Isaia 25,6-19).
Sembra trattarsi di un inserto (capitoli 24 – 27) tardivo, che si inserisce bene nel rotolo e nel pensiero del grande Isaia.
Una terza parabola (Matteo 22,1-14) Gesù rivolse, nel tempio, ai capi dei sacerdoti e ai farisei, dopo quelle della vigna.
C’era una volta un re, che regnava su un vasto territorio. Egli aveva un unico figlio. Quando venne, per il figlio, il tempo delle nozze, il re organizzò una grande festa e un sontuoso banchetto: si trattava dell’erede al trono.
Mandò l’invito ai vassalli del regno, ma quelli lo respinsero e si ribellarono apertamente. Repressa la rivolta, il re invitò altri, sia gente malvagia sia gente buona, e così quel banchetto di nozze fu affollatissimo.
Ma quando il re entrò per salutare ad uno ad uno i commensali, trovò uno che indossava il vestito di tutti i giorni: non aveva compreso quale grande dignità il re gli riconosceva, chiamandolo amico e stringendo un patto con lui.
“Essere sostenuti da un grande amore e da una Rivelazione non è un peso, ma sono ali: ed è bello essere cristiani” (Benedetto XVI).
Imbandirai per me una tavola sotto gli occhi del mio nemico,
mi ungerai la testa di profumi, la casa del Signore sarà mia per lo scorrere degli anni.
Nella seconda parte del Salmo 22/23, il Signore è l’Ospite che ci accoglie nella sua tenda, sotto la sua protezione, sottraendoci ad ogni paura.
Sul finire della Lettera ai Filippesi, come una conclusione, San Paolo li ringrazia, a suo modo, per quanto hanno fatto per lui, per l’aiuto che non gli hanno mai fatto mancare: “Io ho imparato a bastare a me stesso nelle situazioni in cui mi trovo: a tutto riesco, nella persona di Chi mi rende capace…
Non che io tenga al dono, ma tengo a questi frutti, che sul vostro conto divengono immensi, profumo soave, sacrificio graditissimo a Dio: l’amore è sempre un culto.
E il mio Dio soddisferà pienamente ogni vostra necessità con quella sua ricchezza splendida, nella persona di Gesù l’Eletto.
Saluti dai fratelli che sono con me. Saluti da tutti i privilegiati” (4,10-22).
BUDOIA
MERCOLEDI’- 18 Ottobre – San Luca, Evangelista
9,30 – Ann. Rui Fortunato, ordinata famiglia
Def.ti Barbot, Carlon e Zambon
DOMENICA 22 Ottobre, XXIX del Tempo Ordinario
11,00 – Per la comunità
Pro chiesa - in memoria Tonus Luigi da familiari € 50
DARDAGO
MARTEDI’– 17 Ottobre
18,00 – Def.ta Busetti Andreanna Caporal
SABATO – 21 Ottobre – XXIX del Tempo Ordinario
18,00 – Def. Tranci Sandro,
Def.ti Busetti Leone e Vincenza
Pro chiesa NN € 20
SANTA LUCIA
GIOVEDI 19 Ottobre
18.00 Santa Messa
DOMENICA – 22 Ottobre – XXIX del Tempo Ordinario
9,45 Def.ti Daneluz Pier Antonio,
Pastorutti Claudia e Lorenzo
Florian Giuditta e Moretto Giobatta
Raccolta offerte per le
Missioni.
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Dalla vendita Mele Pro AISM: raccolti € 415,00
Dalla vendita Mele Pro AISM: raccolti € 415,00