Un chiarore dal tuo Volto
Io canterò per
il mio Diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio Diletto aveva una vigna su un fertile colle. L’aveva vangata e ripulita dalle pietre e vi aveva piantato viti scelte;
nel suo mezzo vi aveva costruito una torre e un torchio.
L’immagine della vigna cerca di spiegare l’amore di Dio per il suo popolo: l’Innamorato è pieno di attenzioni verso l’amata, nell’attesa che il loro amore porti frutto. Il vino indica l’amore.
Il verbo attendere esprime lo sbigottimento di fronte ad un risultato opposto a quello sperato: il poema è il canto dell’amore non corrisposto (Isaia 5,1-7).
Isaia, il profeta-cantore, è l’amico dello Sposo. E’ uno dei più grandi letterati dell’umanità, uomo di grande fede e dal parlare schietto. Il punto centrale del suo messaggio è l’appello a credere, parola che significa ‘solidità, resistenza’; a fidarsi del Signore:
Questo
popolo rifiuta le acque di Sìloe e il loro quieto scorrere.
Rinchiudi questa testimonianza e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoli: Io – dice Isaia – ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa d’Israele; e spero in Lui.
Il salmo
79/80, in un’epoca di gravi difficoltà per Israele, rappresenta l’inizio del
riscatto. Al centro c’è l’immagine della vigna:
La vite, che strappasti dall’Egitto, scacciavi i popoli per trapiantarla. Stendeva i tralci fino al mare, i suoi pampini fino all’Eufrate. Perché ne hai rotto i ripari così che la sgrappoli chiunque passi?
Ah torna a noi, Dio dell’universo, un chiarore del tuo Volto e siamo salvati!
Nel tempio Gesù racconta un’altra parabola (Matteo 21,33-43), alle guide del popolo. Potrebbe trattarsi di una storia vera. Il punto culminante è l’invio del figlio. I colòni, i responsabili di Israele, si ritengono padroni della vigna, del popolo, in autonomia da Dio. Ma Dio vince il nostro male, portandolo su di sé. Gesù, il figlio dell’uomo ucciso fuori le mura, è la pietra scartata che unisce il Padre ai fratelli, il cielo alla terra, gli ebrei alle altre nazionalità: un popolo in grado di portare frutto. Non vi angustiate più per nessun motivo ma, in ogni occasione, con apposita preghiera e apposita supplica accompagnate da ringraziamento, le vostre richieste siano espresse con semplicità innanzi a Dio. Nella preghiera il chiedere è più frutto d’amore che bisogno o desiderio di avere. I pensieri degni di popolare la mente di un cristiano sono: ciò che è vero, nobile, giusto, puro, gentile; ciò che sia da ammirare, che sia un pregio e motivo di lode; nell’attesa che venga l’Inviato del cuore, Gesù, che sta tornando, poiché il Signore è vicino (Lettera ai Filippesi 4,4-9).
Il mio Diletto aveva una vigna su un fertile colle. L’aveva vangata e ripulita dalle pietre e vi aveva piantato viti scelte;
nel suo mezzo vi aveva costruito una torre e un torchio.
L’immagine della vigna cerca di spiegare l’amore di Dio per il suo popolo: l’Innamorato è pieno di attenzioni verso l’amata, nell’attesa che il loro amore porti frutto. Il vino indica l’amore.
Il verbo attendere esprime lo sbigottimento di fronte ad un risultato opposto a quello sperato: il poema è il canto dell’amore non corrisposto (Isaia 5,1-7).
Isaia, il profeta-cantore, è l’amico dello Sposo. E’ uno dei più grandi letterati dell’umanità, uomo di grande fede e dal parlare schietto. Il punto centrale del suo messaggio è l’appello a credere, parola che significa ‘solidità, resistenza’; a fidarsi del Signore:
Rinchiudi questa testimonianza e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoli: Io – dice Isaia – ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa d’Israele; e spero in Lui.
La vite, che strappasti dall’Egitto, scacciavi i popoli per trapiantarla. Stendeva i tralci fino al mare, i suoi pampini fino all’Eufrate. Perché ne hai rotto i ripari così che la sgrappoli chiunque passi?
Ah torna a noi, Dio dell’universo, un chiarore del tuo Volto e siamo salvati!
Nel tempio Gesù racconta un’altra parabola (Matteo 21,33-43), alle guide del popolo. Potrebbe trattarsi di una storia vera. Il punto culminante è l’invio del figlio. I colòni, i responsabili di Israele, si ritengono padroni della vigna, del popolo, in autonomia da Dio. Ma Dio vince il nostro male, portandolo su di sé. Gesù, il figlio dell’uomo ucciso fuori le mura, è la pietra scartata che unisce il Padre ai fratelli, il cielo alla terra, gli ebrei alle altre nazionalità: un popolo in grado di portare frutto. Non vi angustiate più per nessun motivo ma, in ogni occasione, con apposita preghiera e apposita supplica accompagnate da ringraziamento, le vostre richieste siano espresse con semplicità innanzi a Dio. Nella preghiera il chiedere è più frutto d’amore che bisogno o desiderio di avere. I pensieri degni di popolare la mente di un cristiano sono: ciò che è vero, nobile, giusto, puro, gentile; ciò che sia da ammirare, che sia un pregio e motivo di lode; nell’attesa che venga l’Inviato del cuore, Gesù, che sta tornando, poiché il Signore è vicino (Lettera ai Filippesi 4,4-9).
BUDOIA
MERCOLEDI’- 11 Ottobre – Mem S. Giovanni XXIII Papa
9,30 – Santa Messa
DOMENICA – 15 Ottobre – XXVIII del Tempo Ordinario
11,00 – Def. Del Maschio Aldo
Offerte:
Pro chiesa - in memoria Fort Puppin Giuseppina
da familiari € 100
DARDAGO
18,00 – Def.ti Grassi Giovanni, Angelina, Sonia e Maurizio
SABATO - 14 Ottobre – XXVIII del Tempo Ordinario
18,00 – Def.ta Zorzetto Vanda in Vettor,
Anniv. Bastianello Marcella
Per Illuminazione Presbiterio NN € 20, Zambon Corrado €30
SANTA LUCIA
GIOVEDI - 12 - Ottobre
18.00 Santa Messa
9,45 Def.ta Gonzales Gregoria
Pro Chiesa in memoria di Gonzales Fort Gregoria da figli euro € 100.