Le stelle non stanno a guardare
La Quaresima
è iniziata quest’anno il giorno di S. Valentino, come non accadeva da tempo
immemorabile:
“Ecco, Io
la condurrò nel deserto – dice il Signore -
e parlerò
al suo cuore, là ella riprenderà a cantare, come nei giorni della sua
giovinezza (Osea 3,16-17).
E nel
deserto di una terra appena liberata dalle acque del diluvio appare il segno
dell’arcobaleno: “Il mio arco Io pongo nelle nubi perché sia il segno del patto
tra Me e la terra” (Genesi 9,8-15). Nella Grecia antica Iris, l’arcobaleno è il
messaggero degli dèi.
Gli uomini
si son fatti prevalentemente l’idea di un Dio che punisce. Ma Dio non è così.
Ecco allora, al vertice del racconto, simbolicamente, Dio depone il suo arco,
strumento di guerra, lo pone tra le nubi.
L’arcobaleno
appare prima, fin dall’arrivo delle nuvole minacciose, simbolo magnifico della
relazione stabilita per sempre tra la terra e il cielo, del legame che il
Signore assume con il mondo e con i viventi grazie alla sua promessa: avvolge
il cielo con un cerchio di splendore.
Il patto di
Dio con Noé rappresenta qualcosa di inatteso, al di là di ogni aspettativa, è
una promessa unilaterale, nella quale nulla è chiesto agli uomini.
E’ un patto
aperto a tutte le culture e religioni.
All’inizio
del vangelo di Marco, un racconto di poche parole (1,9-13), dal sapore arcaico,
mette insieme il Battesimo di Gesù con il suo soggiorno nel deserto, per
quaranta giorni, sulle orme di Giovanni. Lo accompagna il segreto della parola
ricevuta mentre usciva dalle acque del fiume: “Sei Tu il mio carissimo figlio”.
Sotto la guida dello Spirito, per Gesù il deserto è il luogo dove
può
sperimentare la vicinanza del Padre e fare pieno affidamento su di lui.
La presenza
di Gesù toglie a satana il potere e riapre all’umanità le porte del paradiso:
risalendo al di là del patto con Noé fino alle origini, Gesù ristabilisce la
familiarità con gli animali selvatici; non è in apprensione per il suo sostentamento:
“Ho dato ordine agli angeli di custodirti, ovunque tu vada”;
“Guardate
gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono né raccolgono nei granai,
eppure il Padre vostro celeste li nutre”.
Gesù visse
sempre così, offrendo un modello anche per noi.
Infine egli
affrontò l’ultima solitudine, quella più profonda: Egli morì una volta per
sempre in riferimento alle colpe, per liberarcene, per ricondurvi a Dio.
E nello
Spirito andò a portare l’annuncio anche agli spiriti in prigione, quelli che avevano
rifiutato di credere, nei giorni di Noé.
Questa affermazione è accolta nel Simbolo apostolico:
la discesa di Gesù agli inferi – o all’inferno –, il mistero del Sabato santo.
Là dove nessuna voce è in grado di raggiungerci, lì Gesù è presente, una
speranza che non ha confini. Nella sua profondità l’uomo non vive solo di pane
ma per il fatto che è amato e gli è data la possibilità di amare. Signore, non
ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda.
“Qualunque cosa ti abbiamo fatto, sia giorno anche per
noi”.
BUDOIA.
MERCOLEDI’– 21 Febbraio
9,30 – Def.ti Vito, Francesco, Domenico, Angela e
Rino.
Def.ti Fam. Barbot, Carlon e Zambon
VENERDI’ 23 – Febbraio – Via Crucis ore 17,30
SABATO – 24 Febbraio - prefestiva II di Quaresima
18,00 Santa Messa per la Comunità
DARDAGO
LUNEDI’– 19 Febbraio
19,00 – S. Messa di Anniversario di
Puiatti Armando e Manes Michele - celebra Padre Andrea Cereser
17,00 – Trigesimo
Zambon Roberto Momoletti, ordinata dai Coscritti 1949
VENERDI’ 23 – Febbraio – Via Crucis ore 18,00
DOMENICA – 25 Febbraio II di Quaresima
11,00 – 50°di Matrimonio Gianni e Francesca, D.ta Polo Scrivan Fernanda
Offerte Pro chiesa: Funer. Scarpa Alessandro € 50;
Da Ros Eugenio
€ 40, Zambon Antonio Tunio €40, NN € 10.
SANTA LUCIA
17,00 - Santa Messa
VENERDI’ 23 – Febbraio – Via Crucis ore 16,15
DOMENICA – 25 Febbraio - II di Quaresima
9,45 - Santa Messa per D.ti Ilya Stanic, Pastorutti
Lorenzo, Turatti Gina, Fort Enrico, Del Puppo Angela, Rizzo Ettore, Carniel
Lido, Rigo Olga