Sapore di Galilea
E’
notte. Due discepoli sono ritornati in fretta da Emmaus a Gerusalemme. Trovano
riuniti gli undici e gli altri che erano con loro (Luca 24,35-48). Pietro
non dice nulla. Per lui Gesù ha pregato nell’imminenza della passione: “Simone,
Simone, io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede. E tu, una
volta ritornato sulla via, consolida i tuoi fratelli. Io preparo per voi un
regno, come il Padre l’ha preparato per me” (22,29-32).
Viene
Gesù, come uno straniero nella città, come Pietro quando, liberato dal
carcere, busserà alla porta dei suoi nella notte (Atti degli Apostoli
12,1-19).
Non Lo
riconoscono. Mostra loro le mani e i piedi: le mani che avevano spezzato
il pane nella cena (“prese il pane nelle sue mani sante e venerabili”,
Canone romano); i piedi che una
donna aveva cosparso di profumo e lacrime e asciugato con i capelli. Ma per la gioia non credevano ancora ed
erano pieni di stupore. Allora quello straniero chiede da mangiare e gli
viene data una porzione di pesce arrostito, sapore di Galilea, il lago
degli inizi.
Tutta l’esistenza terrena di Gesù, tutta la sua vita vissuta
è presente nel Signore risorto, presso il Padre e nell’Eucaristia.
L’incontro con il Signore assume l’aspetto di un dialogo confidenziale e gioioso. Quanto è accaduto a Gerusalemme risponde a un disegno di grazia, il grande segreto di Dio, riconoscibile e annunciato nelle scritture. Di lui parlano la legge di Mosé, i profeti e i salmi:
Tu mi strappi dall’angoscia, tu pietoso ascolti la mia preghiera.
Il Signore – sappiate – mi ha nella sua grazia avvolto.
Interamente datevi al Signore.
Io mi corico in pace e subito mi addormento.
Solitario e sicuro, Signore tu mi fai abitare (Salmo 4, di David).
Tu sei con me, mi precedi, mi accompagni. In ogni luogo è la
Tua Presenza.
Ogni volta che preghiamo i salmi, diciamo le parole stesse
che Gesù disse, nella preghiera.
Scrive Giovanni nella prima parte del suo messaggio: Piccoli miei, queste cose vi scrivo perché non cadiate in una colpa. E se qualcuno fosse caduto in una colpa, abbiamo un Protettore, accanto al Padre, Gesù Eletto. Egli non solo in riferimento alle colpe nostre ma anche di tutto il mondo è ‘pegno di ritrovato favore’ (ilasmòs). La parola qui usata si riferisce alla liturgia dello Jom kippur, la ricorrenza più praticata dagli ebrei, il giorno del grande perdono. La colpa come autosufficienza rispetto a Dio è vinta nella vita del Figlio: questo dono ha valore perenne, è efficace ora, per le colpe attualmente commesse e riconosciute. Rende possibile il permanere dei credenti nella relazione con Dio (I Lettera di Giovanni 2,1-5).
“Nel nome di
Gesù saranno predicati la conversione e il perdono delle colpe a tutti i
popoli, cominciando da Gerusalemme” (Luca 24,48).
BUDOIA
MERCOLEDI’ 17 Aprile
9,30 Deff. Barbot, Carlon e Zambon
18,00 Prefestiva :
Anniversario
Quaia Pietro;
Offerte: Pro chiesa x S. Battesimo di Giulia Anna Pasin Euro 100
DARDAGO
MARTEDI 16 Aprile
18,00 Def.ti Zambon Camillo e Lidia
DOMENICA 21 Aprile IV di Pasqua
10,30 Inizio in Piazza Festa del Gruppo Alpini Bepi
Rosa
11,00 Def. Tranci Sandro
Per gli Alpini del Gruppo defunti
Offerte Pro chiesa Battes. Chiara, Elena e Martina € 200
Mem. Zambon Bruna Maressial ved.
Bastianello € 300
Funerale Sgnaolin Alberto € 50; NN € 10
SANTA LUCIA
GIOVEDI’ 18 Aprile
18,00 Santa Messa
DOMENICA – 21 Aprile IV di Pasqua
9,45 Santa Messa
FESTA DEL GRUPPO ALPINI
DOMENICA 21 APRILE a DARDAGO
Con
inizio 10.30 in piazza
Festa del gruppo Alpini locale