DOMENICA, 23 MARZO 2025 - Anno 15 n. 18
L’attimo
di splendore
(III
di Quaresima)
Le rondini ritornano
Anche il passero trova una casa e la rondine il suo nido dove deporre i
suoi piccoli presso i Tuoi altari, Signore dell’universo.
Un pellegrino sale a Gerusalemme. Viene da lontano, forse per la prima
volta. Si accorge che tra i cornicioni del tempio gli uccelli fanno i loro
nidi, trovano riparo e dimora:
Felicità dell’uomo la cui forza è in Te, i Tuoi sentieri nel suo cuore (Antifona
alla comunione, dal Salmo 83/84).
Mosé, fuggito dall’Egitto, trova ospitalità presso un sacerdote di
Màdian: la figlia Séfora, incontrata al pozzo, diventa sua moglie.
Ma il Signore non si è dimenticato di Mosé, ha un progetto per lui,
grandioso. Gli si fa conoscere in un roveto (Seneh) e nel fuoco, sul monte
Sìnai, dove Mosé si è avventurato con il suo gregge. Il Signore gli dice: “Ho
visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il loro grido a
causa dei suoi oppressori, ho conosciuto i suoi dolori e sono sceso per
liberarlo. E adesso va’, ti manderò dal faraone. Io sarò con te. Il Signore
diventa un nome immenso (Esodo 3,1-15).
E Mosé prese sua moglie Séfora (‘rondinella’) e i suoi figli e li fece
salire sull’asino e tornò in terra d’Egitto (4,20). Mosé è più di un sacerdote,
è più di un profeta: egli ci ha mostrato quanto Dio crede nell’uomo. Mentre
Gesù parla alla folla, gli vengono riferiti due episodi tragici accaduti a
Gerusalemme: un atto di violenza su ordine di Pilato contro i pellegrini
galilei nel tempio; e un incidente grave nella costruzione dell’acquedotto.
Gesù raccoglie il grido di queste vite stroncate come un invito alla
conversione, a ritornare al Signore.
E racconta una parabola: la pianta di fico non dà frutto da tre anni. Il
fico può essere simbolo di Israele. La logica del padrone è quella del ‘senso
comune’: “Tàglialo!” Ma c’è un’altra logica, apparentemente irragionevole:
“Padrone, lascialo ancora quest’anno!” Nella sinagoga di Nàzaret Gesù aveva
indetto un giubileo straordinario, inatteso, l’anno di grazia del Signore. E’
Gesù l’agnello senza macchia, di un anno; è Gesù l’anno del grande condono, il
giubileo le cui porte non saranno mai chiuse; il giorno senza tramonto (Luca
13,1-9).
Sì, come i cieli sono alti sulla terra, il Suo amore è forte con quelli
che si affidano a Lui; come è lontano l’oriente dall’occidente, Egli allontana
da noi le nostre ribellioni (Salmo 102/103, di David).
San Paolo ricorda ai Corinti che quanto è accaduto nel deserto agli israeliti
ha un significato per noi: Queste cose furono scritte per nostra istruzione. E
continua: La prova che vi tocca è soltanto umana, ma Dio è degno di fiducia e
non permetterà che voi siate tentati oltre le vostre forze; ma vi provvederà il
modo di uscire dalla prova, perché la possiate sostenere (I, 10,1-13). Gesù è
la roccia che ci segue, ci accompagna, sempre.
(a cura di Silvano Scarpat)
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Siamo in Quaresima, tempo di preghiera, silenzio digiuno e carità.
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