Il carpentiere, il figlio di Maria
A Babilonia, nell’anno 593 a.C., quattro anni dopo la
prima deportazione, sulle rive del fiume Chebar, il sacerdote Ezechiele ha una
visione. Subito dopo, il Signore gli parla:
“Figlio d’uomo, io ti mando ai figli d’ Israele, a una razza di ribelli che si sono rivoltati contro di me”. Nonostante siano figli testardi e dal cuore indurito, il Signore rimane sempre il loro Dio. Il segno è la presenza di un profeta in mezzo a loro. “Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro” (Ezechiele 2,2-5).
Il messaggio è dolce, nonostante la sua durezza: Dio ha fatto sorgere un profeta per loro, lontano da Gerusalemme, fuori dalla terra santa e dalla storia sacra: Ezechiele, un sacerdote senza tempio né altare né abiti sacerdotali. Il suo nome significa: “Dio mi rende forte”. Egli apparirà una figura scomoda agli occhi di alcuni saggi di Israele.
“Figlio d’uomo, io ti mando ai figli d’ Israele, a una razza di ribelli che si sono rivoltati contro di me”. Nonostante siano figli testardi e dal cuore indurito, il Signore rimane sempre il loro Dio. Il segno è la presenza di un profeta in mezzo a loro. “Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro” (Ezechiele 2,2-5).
Il messaggio è dolce, nonostante la sua durezza: Dio ha fatto sorgere un profeta per loro, lontano da Gerusalemme, fuori dalla terra santa e dalla storia sacra: Ezechiele, un sacerdote senza tempio né altare né abiti sacerdotali. Il suo nome significa: “Dio mi rende forte”. Egli apparirà una figura scomoda agli occhi di alcuni saggi di Israele.
Cantico
di pellegrinaggio (l’arrivo alla meta):
Levo a Te gli occhi, o Abitatore celeste!
Come occhi di servi alla mano del padrone,
come occhi di serva al cenno della padrona,
così verso il Signore nostro Dio leviamo i nostri occhi supplicanti.
Pietà di noi, pietà di noi, Signore! Troppo siamo sazi di disprezzo,
è sazia la nostra gola (Salmo 122/123).
“Dice il Santo – benedetto Egli sia -: Se tu non
sollevassi a me i tuoi occhi, Io - se fosse possibile – non abiterei nei
cieli”.
E sant’Agostino: “C’è un solo medicamento: sollevare sempre i propri occhi al Signore”.
Gesù, dopo aver ridato la vita alla figlia di uno dei capi della sinagoga, abbandona le rive del lago di Galilea e torna a Nazaret, la sua patria (Marco 6,1-6).
Attende il sabato per iniziare l’insegnamento. Ma non viene capito. I nazaretani non riescono a rendersi conto da dove venga la sua sapienza e la capacità di operare guarigioni: era cresciuto tra loro, non aveva frequentato né un grande maestro di Gerusalemme né qualche medico illustre. Era il figlio di Maria. “Le sue mani avevano lavorato il legno, il ferro e la pietra: erano mani di carpentiere” e ne portavano il segno.
Quell’assenza di fiducia da parte loro lo stupiva: Gesù a malincuore se ne va altrove.
“Il rifiuto di Nazaret continua. Siamo noi oggi i nazaretani per cui Gesù è continuamente motivo di stupore e pietra d’inciampo. E la nostra incredulità stupisce ancora Colui che ci ha dato tutto. Col nostro rifiuto la sua azione di salvezza nei nostri confronti rimane bloccata. Ma, grazie a Dio, Gesù può ugualmente fare qualche miracolo e continua ancora a distribuire, incessantemente, i suoi doni” (Charles Perrot).
Levo a Te gli occhi, o Abitatore celeste!
Come occhi di servi alla mano del padrone,
come occhi di serva al cenno della padrona,
così verso il Signore nostro Dio leviamo i nostri occhi supplicanti.
Pietà di noi, pietà di noi, Signore! Troppo siamo sazi di disprezzo,
è sazia la nostra gola (Salmo 122/123).
E sant’Agostino: “C’è un solo medicamento: sollevare sempre i propri occhi al Signore”.
Gesù, dopo aver ridato la vita alla figlia di uno dei capi della sinagoga, abbandona le rive del lago di Galilea e torna a Nazaret, la sua patria (Marco 6,1-6).
Attende il sabato per iniziare l’insegnamento. Ma non viene capito. I nazaretani non riescono a rendersi conto da dove venga la sua sapienza e la capacità di operare guarigioni: era cresciuto tra loro, non aveva frequentato né un grande maestro di Gerusalemme né qualche medico illustre. Era il figlio di Maria. “Le sue mani avevano lavorato il legno, il ferro e la pietra: erano mani di carpentiere” e ne portavano il segno.
Quell’assenza di fiducia da parte loro lo stupiva: Gesù a malincuore se ne va altrove.
“Il rifiuto di Nazaret continua. Siamo noi oggi i nazaretani per cui Gesù è continuamente motivo di stupore e pietra d’inciampo. E la nostra incredulità stupisce ancora Colui che ci ha dato tutto. Col nostro rifiuto la sua azione di salvezza nei nostri confronti rimane bloccata. Ma, grazie a Dio, Gesù può ugualmente fare qualche miracolo e continua ancora a distribuire, incessantemente, i suoi doni” (Charles Perrot).
Dopo l’intermezzo riguardo alla raccolta di denaro a
favore dei poveri di Gerusalemme, San Paolo conclude il secondo messaggio ai
Corinti con la sua presentazione, l’autobiografia. Egli ha molti titoli per
vantarsi ai loro occhi, più dei nuovi predicatori che stanno sviando quella
comunità tanto cara. Ma il titolo su cui infine si sofferma è la sua debolezza,
una spina, un ostacolo che rimane e fa male, qualcosa che rischia di
offuscare quella gioia che ha nel Signore Gesù.
Ma Egli mi disse: “Provveda
a sufficienza per te questo mio grande amore: questa prodigiosa potenza
trova compimento là dove è debolezza” (seconda lett. ai Corinti 12,7-10).
“Voleva vantarsi e adesso si è vantato davvero, sulla base più solida di tutte e ha vinto tutti”.
“Voleva vantarsi e adesso si è vantato davvero, sulla base più solida di tutte e ha vinto tutti”.
*(Commento del diac. Silvano Scarpat)
Sante Messe dal 5 alL’
11 LUGLIO 2021
A BUDOIA
MERCOLEDÌ 7
9,30 – Def. Nadin Giomaria
DOMENICA 11 – XV del Tempo Ordinario
11,00 – Santa Messa.
MARTEDÌ 6
18,00 – Santa Messa.
SABATO 10 – XV del Tempo Ordinario
18,00 – D.ti Zambon Luigi, Carol e Nando Rosit
DOMENICA 11 – XV del Tempo Ordinario
11,00 – Santa Messa
A SANTA LUCIA
GIOVEDÌ 8 Luglio
18,00 – Santa Messa
DOMENICA 11 – XV del Tempo Ordinario
10,00 – Santa Messa
FESTA DELLE FAMIGLIE
Come tradizione, oggi domenica 4, prima domenica di luglio, alle ore 11, Messa a San Tomè in onore di san Tommaso per la festa delle famiglie delle tre parrocchie.
Per chi lo desidera, seguirà il tradizionale pranzo comunitario, che - per rispettare le norme anti Covid - è spostato nel parco sul retro dell’Asilo e del Teatro di Dardago.
Saranno predisposti tavoli e gazebi.
Il pranzo inizierà verso le ore 13.
I VOLONTARI prepareranno la PASTASCIUTTA.
Se qualcuno desidera preparare torte o dolci è invitato a portarli, in mattinata, nelle scuole.
Ringraziamo i volontari che rendono possibile la continuazione di questa tradizione