Un popolo santo è prima di tutto un popolo che esiste
Neemìa,
il cui nome significa “il Signore consola”, figlio di ebrei esiliati, aveva
raggiunto una posizione di prestigio alla corte del re Artaserse, nella città
di Susa. L’impero persiano allora si stendeva dall’India all’Etiopia.
Il
re lo invia a Gerusalemme, nell’anno 454 a.C., con la nomina di governatore
della Giudea e l’incarico di ricostruire le mura della città santa. Appena vi
giunse, senza scorta, in piena notte, guidò il suo asino lungo le antiche mura,
finché le macerie gli impedirono di proseguire.
Convocò,
per ricostruire le mura e le porte, tutto il popolo dei rimpatriati: sacerdoti, leviti, orefici, mercanti e le donne. I giovani, metà lavoravano, metà
difendevano la città dagli assalti dei nemici.
La
ricostruzione fu completata in 52 giorni.
All’inizio
dell’autunno, il primo giorno dell’anno (Rosh ha – shanàh), il
popolo convocò il sacerdote Esdra, esperto della Legge, inviato precedentemente
anche lui a Gerusalemme dal re.
Esdra,
il cui nome significa “Dio aiuta”, proclamava in ebraico la scrittura Santa
dall’alto della tribuna, dallo spuntare della luce a mezzogiorno. I leviti la
traducevano in aramaico, la lingua parlata, e la spiegavano al popolo.
Poi,
terminata la lettura, Neemìa
disse: ”Andate, mangiate carni gustose e bevete vini dolci e mandate delle
porzioni a chi non ha niente di pronto poiché questo giorno è sacro per il
Signore nostro. Non vi rattristate, perché la vostra città ricostruita, la
vostra fortezza è una gioia per il Signore”. E il popolo fece una grande festa
(Neemìa 8,1-11).
Gesù, con la prodigiosa potenza dello
Spirito, se ne ritornò in Galilea e la fama di lui si diffuse per tutto quel
territorio. Egli andava insegnando nelle sinagoghe, messo da tutti in una
splendida luce.
Fu
così che arrivò anche a Nazaret, dove era cresciuto; e il sabato, secondo il
suo solito, fece il suo ingresso nella sinagoga e poi si levò in piedi per
leggere. Non è un esperto, è il
figlio di Giuseppe, il carpentiere.
Aprì
il rotolo del profeta Isaìa e trovò quel passo dove è detto:
“Lo
Spirito del Signore è su di me”.
Quando
il profeta parla di schiavi, di prigionieri, di liberazione, quelle parole
hanno un peso: oggi attraverso il Figlio del carpentiere, la liberazione
si è fatta presente: Dio è qui.
Il
Signore ci dona ogni cosa gratuitamente, senza misura, e trasforma e rassicura
i nostri cuori, se ci affidiamo a Lui.
Tutti
gli davano atto con stupore delle parole bellissime che uscivano dalla sua
bocca (Luca 4,14-22).
Nella vivacissima comunità di Corinto (I Lettera ai Corinti 12,12-31)
c’era una ressa, una contesa tra i cristiani per distinguersi nell’esercitare i
vari compiti o doni d’amore che ognuno aveva ricevuto o si arrogava di
possedere. San Paolo li esorta a ravvivare e tenere ben salda, prima di tutto,
la propria appartenenza a Gesù: Voi siete corpo dell’Eletto e, ognuno
secondo la propria parte, sue membra. Inoltre: desiderate vivamente quei
doni d’amore che sono più grandi; anzi, per questo, vi mostro una via, fra
tutte la migliore.
SAnte Messe dal 24
al 30/01/2022
MERCOLEDÌ - 26 Gennaio
9,30 – Trigesimo Angelin Enrichetta ordinata dalle figlie,
Def.ti De Maio Giuseppe e Angelin Norma.
DOMENICA - 30 Gennaio – IV Tempo Ordinario
11,00 – Def.to Gislon Elio ord. dalla moglie
MARTEDÌ - 25 Gennaio
17,00 - Def.ti Zambon Egidio Pinal, Bastianello Ida,
Zambon Franco ord. da Maria Teresa
SABATO - 29 Gennaio – IV Tempo Ordinario
18,00 – Ann. Marton Gino
Def.ti Zambon Angelo e Adele Pala
Offerte Per Opere parrocchiali: NN € 20.
SANTA LUCIA
17,00 – Santa Messa
9,45 - Def.ti Zambon Rizzo Rosa, Zanolin Forti Lola,
Fort Mario ord. dalla figlia