Domenica, 5 Giugno 2022 Anno 12 n. 28 Pentecoste (C)
Manda il tuo Spirito,
Signore, a rinnovare la terra
Anima mia, benedici il Signore quanto grande sei tu, mio Dio!
Di gloria e di splendore sei vestito
ravvolto, come in un manto, di luce (Salmo 103/104).
Il racconto dell’ Ascensione, nel vangelo di Luca e nel libro degli Atti, non è fine a sé stesso. E’ in funzione dell’evento che viene narrato poco dopo: il dono dello Spirito Santo a Pentecoste e il discorso di Pietro agli abitanti di Gerusalemme.
Pentecoste, assieme a Pasqua e alle Capanne, è una delle grandi feste di pellegrinaggio. Al tempo di Gesù ricordava in modo particolare il dono della legge e del Patto, con la mediazione di Mosé, al Sinai, cinquanta giorni dopo l’uscita dall’Egitto.
Come Mosé aveva ricevuto da Dio sulla montagna le tavole del Patto e ne aveva fatto dono al popolo, così Gesù riceve dal Padre il dono dello Spirito Santo per comunicarlo agli apostoli e agli altri che attendono in preghiera.
“Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che divampasse”, aveva detto Gesù. E anche: “Se mi amate, tenete l’occhio fisso ai miei comandi, e allora il Padre, su richiesta mia, vi darà un altro Protettore che stia con voi per un tempo infinito… Orfani non vi lascerò, perché torno da voi” (Giovanni 14,15-18).
E nel compiersi del giorno della Pentecoste, erano tutti insieme nello stesso luogo. E venne all’improvviso dal cielo un’eco, come di un soffio violento sopraggiunto e riempì tutta la casa dov’erano radunati.
Quel vento fa spalancare le porte, ed escono in città, la Gerusalemme multietnica a motivo degli ebrei ritornati a vivere lì dalla diaspora e dei pellegrini: “Non vedete che coloro che parlano sono galilei? Eppure li sentiamo parlare nella lingua del luogo dove ciascuno di noi è nato, e raccontare le meraviglie di Dio”.
Lo Spirito è una forza che scende dall’Alto ed entra nella storia degli uomini per darle vita. Questo dono consente agli apostoli di annunciare l’unico vangelo di Gesù nelle diverse culture, di parlare da cuore a cuore.
Pietro prende la parola a nome di tutti:
“Uomini fratelli, riceverete il dono del Santo Spirito: per voi infatti è la Promessa, e per i vostri figli e per quanti, da lontano, chiamerà il Signore nostro Dio” (Atti degli Apostoli 2,1-36).
Lo Spirito è “lo Spirito di Gesù”. Scrive san Paolo nella sua lettera di presentazione ai fratelli di Roma, in attesa di poterli raggiungere di persona: Non prendeste uno spirito di schiavitù che vi facesse tornare al timore, prendeste invece uno Spirito di adozione a figli. In questa espressione c’è una sovrabbondanza di tenerezza nei confronti di quanti erano lontani ed estranei e ora sono fatti vicini, figli di Dio, identici al Figlio.
E’stato dichiarato santo, il 15 maggio, Charles de Foucauld (1858-1916), militare ed esploratore francese trapiantato infine a Tamanrasset, nel Sahara algerino, “a vivere per Gesù e ad accogliere tutti, particolarmente questi uomini e queste donne del deserto che egli riconosceva come fratelli, senza condizioni né distinzioni: Finché io viva canterò il suo Nome, darò canti al mio Dio finché avrò vita, gli sia dolce il mio immaginare
come a me grato è stargli vicino (Salmo 103/104).
Di gloria e di splendore sei vestito
ravvolto, come in un manto, di luce (Salmo 103/104).
Il racconto dell’ Ascensione, nel vangelo di Luca e nel libro degli Atti, non è fine a sé stesso. E’ in funzione dell’evento che viene narrato poco dopo: il dono dello Spirito Santo a Pentecoste e il discorso di Pietro agli abitanti di Gerusalemme.
Pentecoste, assieme a Pasqua e alle Capanne, è una delle grandi feste di pellegrinaggio. Al tempo di Gesù ricordava in modo particolare il dono della legge e del Patto, con la mediazione di Mosé, al Sinai, cinquanta giorni dopo l’uscita dall’Egitto.
Come Mosé aveva ricevuto da Dio sulla montagna le tavole del Patto e ne aveva fatto dono al popolo, così Gesù riceve dal Padre il dono dello Spirito Santo per comunicarlo agli apostoli e agli altri che attendono in preghiera.
“Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che divampasse”, aveva detto Gesù. E anche: “Se mi amate, tenete l’occhio fisso ai miei comandi, e allora il Padre, su richiesta mia, vi darà un altro Protettore che stia con voi per un tempo infinito… Orfani non vi lascerò, perché torno da voi” (Giovanni 14,15-18).
E nel compiersi del giorno della Pentecoste, erano tutti insieme nello stesso luogo. E venne all’improvviso dal cielo un’eco, come di un soffio violento sopraggiunto e riempì tutta la casa dov’erano radunati.
Quel vento fa spalancare le porte, ed escono in città, la Gerusalemme multietnica a motivo degli ebrei ritornati a vivere lì dalla diaspora e dei pellegrini: “Non vedete che coloro che parlano sono galilei? Eppure li sentiamo parlare nella lingua del luogo dove ciascuno di noi è nato, e raccontare le meraviglie di Dio”.
Lo Spirito è una forza che scende dall’Alto ed entra nella storia degli uomini per darle vita. Questo dono consente agli apostoli di annunciare l’unico vangelo di Gesù nelle diverse culture, di parlare da cuore a cuore.
Pietro prende la parola a nome di tutti:
“Uomini fratelli, riceverete il dono del Santo Spirito: per voi infatti è la Promessa, e per i vostri figli e per quanti, da lontano, chiamerà il Signore nostro Dio” (Atti degli Apostoli 2,1-36).
Lo Spirito è “lo Spirito di Gesù”. Scrive san Paolo nella sua lettera di presentazione ai fratelli di Roma, in attesa di poterli raggiungere di persona: Non prendeste uno spirito di schiavitù che vi facesse tornare al timore, prendeste invece uno Spirito di adozione a figli. In questa espressione c’è una sovrabbondanza di tenerezza nei confronti di quanti erano lontani ed estranei e ora sono fatti vicini, figli di Dio, identici al Figlio.
E’stato dichiarato santo, il 15 maggio, Charles de Foucauld (1858-1916), militare ed esploratore francese trapiantato infine a Tamanrasset, nel Sahara algerino, “a vivere per Gesù e ad accogliere tutti, particolarmente questi uomini e queste donne del deserto che egli riconosceva come fratelli, senza condizioni né distinzioni: Finché io viva canterò il suo Nome, darò canti al mio Dio finché avrò vita, gli sia dolce il mio immaginare
come a me grato è stargli vicino (Salmo 103/104).
SAnte Messe dal 5 al 12 Giugno 2022
BUDOIA
MERCOLEDÌ – 8 Giugno
Ore 9,30 – Def.ti Vito, Francesco, Domenico, Angela, e Rino
Ore 11,00 – Def.ti Carlon Attilio, Onelia e Antonio
DARDAGO
MARTEDI 7 Giugno
18,00 – Def.to Ianna Alberto Theco
SABATO 11 Giugno – Santissima Trinità
18,00 – Def.ti Ianna Angelo, Carlon Vincenza, Sandrin Emilio, Battistuzzi Lucia
Def.ti Zambon Teresina e Guerrino Tarabin
Anniversario def.to Zambon Bruno Pinal
Def.ti famigliari di Zambon Espedito
Offerte pro chiesa: Bambini I^ Comunione € 280,00
SANTA LUCIA
GIOVEDI –9 Giugno
18,00 – Santa Messa
9,45 – Def. Gislon Paolo
AVVISI
BUDOIA: Per la parrocchia di Budoia, le intenzioni delle S. Messe possono essere ordinate:
EMERGENZA PROFUGHI DALL’UCRANIA
Chi desidera offrire donazioni in denaro - che saranno utilizzate a livello locale per l’accoglienza dei rifugiati nei nostri paesi - può fare un bonifico sull’apposito conto bancario intestato alla
Parrocchia Santa Maria Maggiore - Dardago, codice IBAN:
IT56Z0533664770000030670195 - CreditAgricole Aviano.
Per offerte dall’estero indicare anche il codice BIC BPPNIT2P004
Parrocchia Santa Maria Maggiore - Dardago, codice IBAN:
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