Nel Vangelo secondo Matteo, il primo grande discorso di Gesù, il discorso della montagna, inizia con le beatitudini: nove volte, “beati!”
L’ultimo (Matteo 23-25)
inizia, all’interno del tempio di Gerusalemme, con sette “guai a voi!”
E’ l’estremo pressante appello rivolto alle autorità religiose perché si
convertano: “Guide cieche, ecco! questa vostra Casa vi è lasciata vuota”.
Subito Gesù esce dal tempio e, fermatosi a breve distanza, sul monte degli Olivi, apre il cuore dei discepoli al modo e alle circostanze in cui Egli si rivelerà compiutamente nella sua natura di Messia.
Gesù fa ricorso, per l’occasione, al linguaggio apocalittico, presente in alcuni profeti – particolarmente nel libro di Daniele - , un genere allora molto seguito. Lo utilizza per preparare i discepoli ad una sua possibile fine violenta. “Come furono i giorni di Noé, così sarà la venuta, la presenza di questo figlio d’uomo”: l’affermarsi di Gesù come Messia, l’Eletto, nella sconfitta. Ma da ciò, paradossalmente, viene al mondo la Vita.
“Perciò state svegli, perché non sapete in che giorno viene il vostro Signore”. L’accortezza e la vigilanza del discepolo è nel cogliere la Presenza del Figlio di Dio in questo figlio d’uomo che subisce l’umiliazione della croce: la rivelazione del Messia nel suo massimo potere.
Per i discepoli si tratterà ancora di una chiamata personale – “di due persone, in quel momento, una viene presa sotto braccio e l’altra lasciata stare” – a godere già fin d’ora dell’assaggio del Regno (Matteo 24,37-44).
Scrive S. Paolo ai cristiani di Roma (13,11-14):
E’ già ora per voi di destarvi dal sonno, perché adesso quella vostra salvezza è più vicina di quando incominciammo ad avere la fede. Il giorno è ormai vicino, è vicina la luce: il criterio della bellezza domina la vita del cristiano, come fu per S. Agostino che, proprio grazie a queste parole, fu conquistato dall’ Amore.
Gesù è la bellezza che illumina e attrae. Lo stringersi a Lui, sempre di più, è luce che continuamente si accende, vita che perennemente incomincia, vita d’amore che produce azioni belle, azioni luminose.
“Rivestitevi del Signore Gesù”, del suo splendore.
Isaia è il profeta dell’ Avvento perché vede lontano: seppe credere nel Signore ad occhi chiusi ed affidarsi a Lui. Credere in ebraico viene da una radice che significa solidità, resistenza.
“La parola che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Gerusalemme
popoli saliranno in pellegrinaggio al tempio del Signore, che è in Gerusalemme, in segno di riconoscenza: troveranno la parola di Dio come guida.
E diventano falci
le loro spade spezzate
le lance diventano roncole.
Più non si impara la guerra.
Saranno gli altri popoli ad invitare anche Israele alla conversione:
Oh casa di Giacobbe vieni!
Camminiamo nella luce del Signore.
S. Messe daL 28 NOV. al 4 DICEMBRE 2022
Subito Gesù esce dal tempio e, fermatosi a breve distanza, sul monte degli Olivi, apre il cuore dei discepoli al modo e alle circostanze in cui Egli si rivelerà compiutamente nella sua natura di Messia.
Gesù fa ricorso, per l’occasione, al linguaggio apocalittico, presente in alcuni profeti – particolarmente nel libro di Daniele - , un genere allora molto seguito. Lo utilizza per preparare i discepoli ad una sua possibile fine violenta. “Come furono i giorni di Noé, così sarà la venuta, la presenza di questo figlio d’uomo”: l’affermarsi di Gesù come Messia, l’Eletto, nella sconfitta. Ma da ciò, paradossalmente, viene al mondo la Vita.
“Perciò state svegli, perché non sapete in che giorno viene il vostro Signore”. L’accortezza e la vigilanza del discepolo è nel cogliere la Presenza del Figlio di Dio in questo figlio d’uomo che subisce l’umiliazione della croce: la rivelazione del Messia nel suo massimo potere.
Per i discepoli si tratterà ancora di una chiamata personale – “di due persone, in quel momento, una viene presa sotto braccio e l’altra lasciata stare” – a godere già fin d’ora dell’assaggio del Regno (Matteo 24,37-44).
Scrive S. Paolo ai cristiani di Roma (13,11-14):
E’ già ora per voi di destarvi dal sonno, perché adesso quella vostra salvezza è più vicina di quando incominciammo ad avere la fede. Il giorno è ormai vicino, è vicina la luce: il criterio della bellezza domina la vita del cristiano, come fu per S. Agostino che, proprio grazie a queste parole, fu conquistato dall’ Amore.
Gesù è la bellezza che illumina e attrae. Lo stringersi a Lui, sempre di più, è luce che continuamente si accende, vita che perennemente incomincia, vita d’amore che produce azioni belle, azioni luminose.
“Rivestitevi del Signore Gesù”, del suo splendore.
Isaia è il profeta dell’ Avvento perché vede lontano: seppe credere nel Signore ad occhi chiusi ed affidarsi a Lui. Credere in ebraico viene da una radice che significa solidità, resistenza.
“La parola che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Gerusalemme
popoli saliranno in pellegrinaggio al tempio del Signore, che è in Gerusalemme, in segno di riconoscenza: troveranno la parola di Dio come guida.
E diventano falci
le loro spade spezzate
le lance diventano roncole.
Più non si impara la guerra.
Saranno gli altri popoli ad invitare anche Israele alla conversione:
Oh casa di Giacobbe vieni!
Camminiamo nella luce del Signore.
BUDOIA
MERCOLEDÌ – 30 Novembre
9.30 - Def.ti Angelin e Carlon Marina
DOMENICA – 4 Dicembre - II di Avvento
11,00 - Def.ti Puppin Alba e Rizzo Albano
OFFERTE pro chiesa € 10, pro Oratorio € 40 Fam.Fedrigo
DARDAGO
MARTEDÌ – 29 Novembre
17, 00 – D.ti Famigliari di Zambon Bruna (Thampela),
SABATO – 3 Dicembre – II di Avvento
18,00 D.ti Ianna Alfredo, Angela e Chiara
Basso Paolo, Filippo e
Cunegonda
OFFERTE Per Chiesa in occasione del funerale
di Zambon Ugo dalla famiglia € 180
SANTA LUCIA
GIOVEDÌ – 1 Dicembre
17,00 – Santa Messa
DOMENICA – 4 Dicembre - II di Avvento
9,45 – Def. Brambilla Renzo e Anime purganti
9.30 - Def.ti Angelin e Carlon Marina
11,00 - Def.ti Puppin Alba e Rizzo Albano
OFFERTE pro chiesa € 10, pro Oratorio € 40 Fam.Fedrigo
17, 00 – D.ti Famigliari di Zambon Bruna (Thampela),
di Zambon Ugo dalla famiglia € 180
17,00 – Santa Messa
9,45 – Def. Brambilla Renzo e Anime purganti