Come l’arcobaleno in un giorno di pioggia
L’attività del profeta Ezechiele si colloca nel periodo più critico dell’esilio babilonese, nei due decenni dopo la prima deportazione (597 a.C.). Figlio del sacerdote Buzi, appartenente alla nobiltà sacerdotale di Gerusalemme, Ezechiele si trova tra i deportati presso il fiume Eufrate. Ha circa trent’anni. Il suo nome significa ‘Dio ti rende forte’. Anche la moglie è con lui, la delizia dei suoi occhi.
Dopo
quattro anni di silenzio, inaspettatamente i cieli si aprirono e fu su di lui
la mano del Signore. L’aspetto della gloria del Signore era simile a quello
dell’ arco-baleno, sulle nubi, in un giorno di pioggia.
La Presenza
di Dio si rivela in terra straniera: il Signore ha voluto legarsi ad un popolo,
dovunque sia, per amore: perciò lo raggiunge dov’è, in esilio, a Babilonia.
Mi disse:
“Figlio d’uomo, io ti mando ad una genìa di ribelli, figli testardi e dal cuore
indurito. Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in
mezzo a loro”
Ezechiele è
diverso dagli altri profeti: la gloria di Dio non era mai stata vista così
vicina, un’entità rigogliosa, traboccante di vita.
Da Cafarnao
Gesù decide di tornare a Nazaret, da dove era partito. I suoi discepoli sono
con lui. Ma quando lo sentono parlare nella sinagoga, quelli di Nazaret provano
disprezzo per lui, il falegname, il figlio di Maria. Gesù viene considerato un
ostacolo. “Malgrado sappia che nessun profeta è bene accetto in patria,
tuttavia la chiusura del cuore della sua gente rimane per Lui oscura,
impenetrabile. Mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci
accorgiamo che il vero segno è lui, Gesù: Dio fatto uomo. E’ lui il più grande
miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un
volto d’uomo” Gesù e i discepoli devono andarsene altrove.
Salmo
122/123. Canto di pellegrinaggio. Sollevo i miei occhi verso di Te, che abiti i
cieli. Come gli occhi di servi alla mano dei padroni, come gli occhi di una
serva al cenno della sua padrona, così i miei occhi verso il Signore nostro
Dio, finché abbia per noi tenerezza.
C’è un
crescere graduale di fiducia fino al finché che segna la svolta, l’incontro tra
il nostro sguardo e il Suo.
La nostra
sconfitta darebbe una Sua sconfitta. Ci è apparso, o Dio, il tuo amore dentro
il tuo tempio.
Nella seconda
parte, conclusiva, del secondo messaggio ai Corinti, S. Paolo non teme di far
conoscere le sue debolezze: Mi fu data una spina, in modo che io non diventi
superbo (12,7-10). Quella spina potrebbe essere il rifiuto da parte dei suoi
connazionali ebrei, di cui parla esplicitamente nella Lettera ai Romani: Ho una
grande tristezza e il mio cuore soffre intensamente, notte e giorno. Arriverei quasi a chiedere, perfino, di essere separato dal Signore Gesù, a vantaggio di
quei miei fratelli (9,2). Ed Egli mi disse: “Provvede a sufficienza per te
questo mio grande amore”. Sì, quando sono debole, allora sono potente.
BUDOIA
MERCOLEDI’ 10 Luglio
9,30 Santa Messa
DOMENICA 14 LUGLIO – XV Tempo Ordinario
11,00 Santa Messa per la Comunità
Offerte – Pro chiesa, in memoria di Claudio
Piovesan € 100 da famiglia
Offerte pro carità del Papa € 150
MARTEDI 9 Luglio
18,00 Trigesimo Ianna Giuseppe Tavan
18,00 Trigesimo Ermacora Pier Luigi
Offerte pro chiesa:
In memoria di Carlon Sergio € 40, NN € 40
SANTA LUCIA
DOMENICA 14 Luglio
9,45 Def.ti famiglia Soliman e Rampin
Def. Gislon Paolo
Offerte pro chiesa: NN € 50.
ADORAZIONE EUCARISTRICA
Ogni Giovedì dalle 8 alle 18,30
Ogni Venerdì dalle 8 alle 15,00
(Per Info 320 9080243)